Enzo Ferrari: il ricordo di Montezemolo e del figlio Piero a 25 anni dalla scomparsa

Enzo Ferrari: il ricordo di Montezemolo e del figlio Piero a 25 anni dalla scomparsa
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Sono passati 25 anni dalla domenica del 14 agosto del 1988 in cui scomparse Enzo Ferrari. Ad un quarto di secolo dal triste evento Montezemolo e il figlio Piero lo ricordano con affetto
14 agosto 2013

Un quarto di secolo è trascorso da quella domenica 14 agosto del 1988, il giorno in cui Enzo Ferrari ci ha lasciato. E’ il tempo di una generazione: eppure il suo ricordo è sempre vivo e forte nella memoria di chi lo ha conosciuto ma anche di chi ne ha appena sentito parlare.

«E’ impossibile riassumere in poche parole che cosa ha rappresentato Enzo Ferrari per me – ha dichiarato il Presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo – a lui, al suo coraggio, alla sua capacità di guardare sempre avanti, anche nei momenti più difficili, devo tantissimo, sia sotto il profilo personale che professionale. Ogni tanto ripenso alla fortuna che ho avuto nell’aver conosciuto e nell’aver lavorato con uomini come lui e come l’Avvocato Agnelli, persone davvero eccezionali e che hanno dato lustro al nostro Paese, in tutto il mondo. Accanto alla mia scrivania a Maranello ho una foto del Fondatore: nei momenti in cui debbo prendere una decisione importante mi capita istintivamente di guardarla e di chiedermi che cosa avrebbe fatto lui».

«L’esempio di Enzo Ferrari va tenuto sempre a mente – ha proseguito – è riuscito a realizzare il sogno di costruire delle automobili straordinarie grazie alla sua determinazione e alla sua passione, caratteristiche che fanno parte del DNA di tutti gli uomini e di tutte le donne che lavorano nell’azienda che porta il suo nome. A distanza di venticinque anni, egli sarebbe felice di vedere che cos’è diventata oggi la Ferrari, una realtà industriale e sportiva unica, che rappresenta un’eccellenza italiana e che continua a far innamorare di sé milioni e milioni di appassionati del marchio in tutto il mondo».

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L’esempio di Enzo Ferrari va tenuto sempre a mente – ha dichiarato Montezemolo – è riuscito a realizzare il sogno di costruire delle automobili straordinarie grazie alla sua determinazione e alla sua passione, caratteristiche che fanno parte del DNA di tutti gli uomini e di tutte le donne che lavorano nell’azienda che porta il suo nome


«Duro ed esigente, come padre e come capo, ma anche capace di gesti di grande generosità e di affettuosità inaspettate, aspetti questi ultimi che tendeva a nascondere – ha dichiarato Piero Ferrari – coraggioso e innovatore, sempre con lo sguardo volto al futuro: basti pensare alla decisione di fondare la Scuderia nel 1929, l’anno della Grande Crisi, e al progetto di creare una fabbrica di automobili in un’Italia che era ancora piena delle macerie della Seconda Guerra Mondiale».

«E’ proprio per quella sua determinazione assoluta a guardare avanti, che gli faceva dire che la Ferrari più bella era quella che doveva ancora nascere, che mio padre avrebbe amato ciò che è diventata oggi l’azienda – ha proseguito Piero – sempre orientata al futuro e all’innovazione, che non si lascia tentare dal mercato, come l’avrebbe voluta lui. Luca di Montezemolo ha fatto e continua a fare un grande lavoro per mantenere intatte le caratteristiche fondamentali del DNA della Ferrari: ad esempio, avrebbe condiviso pienamente la decisione di voler mantenere la produzione sotto la soglia delle settemila vetture all’anno, aumentando però i ritorni economici».

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