Enrico De Vita: «Ecco perché In Italia abbiamo le assicurazioni più care d'Europa»

Enrico De Vita: «Ecco perché In Italia abbiamo le assicurazioni più care d'Europa»
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Di chi è la colpa se in Italia paghiamo le polizze più care d'Europa? Delle compagnie, degli automobilisti o di chi fa le truffe? E come mettere fine al caro assicurazioni? Ecco l'opinione di Enrico De Vita
11 febbraio 2013

Il nostro editorialista Enrico De Vita è stato ospite della puntata di Baobab dedicata al tema sempre caldo ed attuale del caro assicurazioni, andata in onda su Radio 1 lo scorso mercoledì 6 febbraio. Nel corso dell'intervista De Vita spiega come bisognerebbe intervenire per risolvere il problema alla radice, andando a colpire le cause oggettive che ogni anno provocano continue ed inarretabili raffiche di aumenti sui costi delle polizze Rc Auto. 

 

La RC Auto è carissima. Ma per quale motivo dobbiamo subire continui aumenti? Forse perché dobbiamo pagare anche per tutti coloro che non sono regolarmente assicurati o che fanno truffe?

«Paghiamo così tanto per colpa di tutti coloro che gonfiano i sinistri, per tutti coloro che denunciano sinistri inesistenti e per tutti coloro che commettono incidenti, infrazioni o addirittura reati e poi scappano. Paghiamo anche per il fatto che abbiamo uffici legali, medici, avvocati e carrozzieri che gonfiano i preventivi di sinistri realmente accaduti. La morale è che in questo momento siamo in testa in una classifica non molto lusinghiera in Europa, tanto che battiamo un po’ tutti gli altri Stati per quanto riguarda i costi delle polizze».

incidente
Le assicurazioni in Italia sono le più care d'Europa. 

 

«Abbiamo il 20% di sinistri denunciati che hanno danni fisici alle persone e abbiamo il premio per l’assicurazione più alto d’Europa. Secondo dati realitivi all'anno 2010 in Italia il costo medio di una polizza Rc Auto era di 335 euro all’anno, mentre in Germania di 213, in Spagna di 160 e in Francia di 140. Siamo anche quelli che sostengono il costo più elevato per i sinistri che implicano danni alle cose. Se non invertiamo la tendenza con dei meccanismi automatici, in futuro la situazione non potrà che peggiorare sempre di più».

 

Viviamo in Paese dove i beni mobili vengono tassati molti di più rispetto a quelli immobili. L’auto ormai ha un costo veramente spaventoso per gli Italiani…
«Una comunissima utilitaria costa 3.500 euro all’anno rimanendo ferma, cioè senza nemmeno utilizzarla per fare un km. Un’auto costa 3.500 euro all’anno e non abbiamo ancora fatto benzina. In questo momento l’assicurazione in Italia non privilegia assolutamente i virtuosi. Avere riportato sulla targa NA (Napoli) fa costare il premio di qualunque motociclo cinque volte più che a Bolzano. Chi vive a Napoli e non commette incidenti dovrebbe invece essere premiato cinque volte di più che a Bolzano!»

Avere riportato sulla targa NA (Napoli) fa costare il premio di qualunque motociclo cinque volte più che a Bolzano. Chi vive a Napoli e non commette incidenti dovrebbe invece essere premiato cinque volte di più che a Bolzano!

 

«Guidare auto diesel inoltre costa di più che guidare un’auto a benzina, nonostante le vetture alimentate a gasolio provochino statisticamente meno incidenti anche se percorrono in media più km dal momento che non vengono guidate in maniera sportiva. ».

 

Da dove si dovrebbe cominciare per invertire la tendenza dei continui rincari sulle assicurazioni? C’è qualcosa che oggettivamente si può fare e che invece nessuno fa?
«Bisogna utilizzare le banche dati e gli strumenti informatici ad oggi disponibili per scovare chi ha un passato “delicato” e per individuare chi sono effettivamente i virtuosi. Perché ci si deve basare sulla targa e non sulla capacità di guida personale? Perché ci si deve basare sul fatto che il motore venga alimentato a gasolio piuttosto che a benzina? Perché prendere elementi esterni all’individuo e non la sua storia? Nella banca dati dell’Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) sono contenuti tutti gli elementi per conoscere il passato di ciascuno di noi».

incidente stradale lamborghini
Alle assicurazioni non conviene premiare i virtuosi, perché è più facile colpire tutti allo stesso modo

 

E allora perché non si intraprende un percorso di questo tipo? Perché alle assicurazioni non conviene?
«Alle assicurazioni non conviene perché per premiare i virtuosi dovrebbero calcare la mano sugli “irresponsabili” ed è più facile invece colpire tutti allo stesso modo. Purtroppo in Italia nelle classi di conversione universale (CU) oltre il 20, dove dovrebbero essere annoverati i pirati della strada tanto per capirci, non c’è nessuno. Infatti è sufficiente cambiare compagnia di assicurazione o intestare l’auto ad un amico per ricominciare dalla classe 14. Ecco perché le classi d’ingresso costano carissime ai neopatentati. Le assicurazioni non vogliono distinguere perché corrono dei rischi a premiare i virtuosi, preferiscono livellare tutto e dividere il costo totale annuo tra tutti gli assicurati e così si mettono a posto!».

 

La situazione quindi è drammatica…

«Se si pensa che per tener ferma un’utilitaria si debbano pagare 3.500 euro all’anno non è difficile capire perché molti si stiano liberando dell’automobile. Prima l’auto è stata demonizzata oggi invece viene venduta, tanto che siamo un Paese che esporta moltissime vetture usate nei Paesi dell’est europeo perché ce ne stiamo liberando. Allo stesso tempo compriamo sempre meno auto, tanto che oggi ne acquistiamo la metà rispetto a venti anni fa».

Per pagare meno le polizze prima di tutto dobbiamo essere più onesti noi automobilisti. In Italia ci sono città dove su 100 incidenti ne vengono denunciati 44 con feriti che è una cosa assurda se si pensa che in Germania o in Spagna la percentuale di incidenti con feriti non supera il 10%

 

«Per pagare meno le polizze prima di tutto dobbiamo essere più onesti noi automobilisti. In Italia ci sono città dove su 100 incidenti ne vengono denunciati 44 con feriti che è una cosa assurda se si pensa che in Germania o in Spagna la percentuale di incidenti con feriti non supera il 10%. Anche in Italia per fortuna abbiamo alcune città come Bolzano, Trento, Verbania e  Biella che fanno registrare percentuali intorno al 10%, ma ce ne sono altre come Brindisi, Lecce, Taranto, Crotone, Foggia che sono invece oltre il 40%! Statisticamente questo è impossibile quindi c’è qualcosa che non funziona! Peraltro queste ultime sono anche le province che denunciano il maggior numero di sinistri».

 

Servirebbero delle indagini forse…
«Le indagini sono state fatte ma, lo ripeto, finché non verranno stabiliti all’interno delle polizze e del mercato assicurativo dei meccanismi automatici e degli incentivi automatici che premino i virtuosi e facciano pagare di più i non virtuosi non se ne esce in nessun modo».
 

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