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Il Parlamento Europeo, con 352 voti a favore, 326 contrari e 18 astenuti, ha approvato l'emendamento alla proposta di legge sul clima presentata dalla Commissione Europa che chiedeva di aumentare dal 40 al 55% gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030. Le modifiche approvate dal Parlamento portano di fatto la riduzione al 60% rispetto ai valori del 1990. Decisivi sono stati i voti dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici, della Sinistra unitaria europea, dei Verdi, di tutti i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, e di molti Liberaldemocratici e alcuni Popolari.
Grande soddisfazione da parte della Commissione Ambiente, la più grande del Parlamento Europeo, con i suoi 81 deputati. Sono stati loro ad avanzare la proposta di portare il target al 60%, e, secondo il presidente della Commissione, Pascal Canfin, questa spinta del Parlamento «eserciterà pressioni sui capi di stato affinché accettino almeno il 55% di riduzione». Una decisione, questa, che inevitabilmente avrà ripercussioni sul mercato dell'auto, già fortemente provato dalla crisi dovuta alla pandemia di COVID-19.
Ma gli ambientalisti hanno anche visto approvare altri due emendamenti. Il primo chiede di non compensare le emissioni prodotte con attività di forestazione - il cosiddetto carbon offset - mentre il secondo prevede il carbon budget, cioè il calcolo dei livelli massimi di gas serra da produrre nel breve periodo per valutare l'efficacia delle misure implementate. Un metodo alternativo rispetto a quello della Commissione Europea, che suggeriva l'analisi entro settembre 2023, e, successivamente, a cadenza quinquennale, della bontà dei provvedimenti.