Emissioni di CO2: rinviato alla fine del 2020 il limite dei 95 g/km in Europa

Emissioni di CO2: rinviato alla fine del 2020 il limite dei 95 g/km in Europa
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L'obbligo europeo di portare sul mercato una gamma veicoli con una media di emissioni CO2 non superiore ai 95 g/km entrerà in vigore alla fine del 2020. Una vittoria (parziale) della Germania di Angela Merkel
28 novembre 2013

Alla fine la prima manche del braccio di ferro Unione Europa – Angela Merkel è andato alla Germania. È stato infatti raggiunto un nuovo accordo tra le Istituzioni della UE che rinvia il nuovo limite alle emissioni di CO2 delle future automobili.

Il limite dei 95 g/km slitta alla fine del 2020

I negoziatori di Europarlamento e Consiglio Ue hanno concluso un'intesa che prevede l'obbligo di ridurre la media delle emissioni delle nuove auto a 95 g/km entro la fine del 2020, e non all'inizio del 2020 come inizialmente previsto, con misure transitorie fino al 2022.

 

L'opposizione di Berlino alla legislazione sul tetto alle emissioni delle auto aveva portato a rimettere in discussione un accordo di principio raggiunto lo scorso giugno tra paesi membri e Parlamento Ue. Il governo tedesco, presieduto dalla Merkel, chiedeva di rinviare l'attuazione del tetto di 95 grammi per chilometro per le nuove autovetture dal 2020 al 2024, a difesa delle grandi industrie automobilistiche nazionali.

Democratici e Greenpeace non soddisfatti

«Il nostro obiettivo era di rimanere fermi per promuovere l'innovazione nel settore automobilistico e lottare contro il cambiamento climatico: ci dispiace che alcuni paesi membri abbiano cercato di ritardare la conferma di un accordo tra le istituzioni», ha commentato il socialdemocratico tedesco Matthias Groote, presidente della commissione Ambiente dell'Europarlamento, secondo cui l'intesa costringerà comunque i costruttori a investire maggiormente in automobili meno inquinanti e in veicoli elettrici.

 

Non è soddisfatta, invece, l'organizzazione ambientalista Greenpeace, che sottolinea come l'accordo permetta di fatto ai costruttori di posticipare di tre anni gli obiettivi della precedente intesa. «L'Ue ha posto gli interessi di poche imprese davanti a quelli dei cittadini e dell'economia», ha detto il direttore per i trasporti di Greenpeace, Franziska Achterberg.

Una vittoria per le industrie automobilistiche tedesche

L'accordo raggiunto tra le istituzioni comunitarie sarà esaminato venerdì prossimo dai rappresentanti permanenti degli stati membri dell'Ue a Bruxelles, ma sta di fatto che questo nuovo traguardo rappresenta una boccata d'ossigeno non trascurabile per i grandi costruttori tedeschi, BMW e Daimler in testa, che in questo modo hanno a disposizione molto più tempo per adeguare le proprie gamme di veicoli, dove abbondano modelli ad alte prestazioni con motori di grossa cubatura.

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