Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Da un abitacolo di Formula 1 ad uno scranno in Senato: potrebbe essere questo il prossimo traguardo per Emerson Fittipaldi, indiscusso talento alla guida negli anni '70 ed oggi candidato da Fratelli d'Italia nella circoscrizione estera.
Brasiliano di passaporto, ma con evidenti radici italiane, malgrado i 76 anni d'età Emerson sembra ancora quello capace di vincere due allori iridati, nel 1072 con la Lotus e nel 1976 con la McLaren, oltre a cogliere 14 vittorie in diversi GP di Formula 1, ma che perse forse l'occasione della vita litigando con il Drake in persona quando era in procinto di salire sulla Ferrari lasciata libera da Lauda dopo l'incidente al Nurburgring.
Poteva essere la consacrazione, invece fu l'inizio del declino sportivo, culminato con il fallimento della sua scuderia che scendeva in pista grazie alle sovvenzioni della Copersucar, lo zuccherificio nazionale brasiliano; poi il talento e la passione lo portarono a correre negli USA, dove fu capace di vincere due volte la 500 Miglia di Indianapolis e un campionato Cart.
Ora Emerson punta a tornare nel Bel Paese, sottolineando le origini italiane (suo padre veniva da Trecchina, paesino della Basilicata) e portando in dote la sponsorizzazione politica dell'attuale presidente brasiliano, Jair Bolsonaro.
Non che si tratti, vista la situazione attuale del paese sudamericano, di un padrino di cui esser particolarmente fieri, ma i personaggi che vivono dall'altra parte dell'Oceano sembrano un po' tutti usciti da un libro di Marquez: avventurosi, ribelli, spesso truffaldini ed anzi figli di buona donna, e per questo sovente vicini all'andar in galera.
Lo stesso Fittipaldi non sfugge a tale identikit: dopo vicende lavorative piuttosto turbolente, vive infatti in un rifugio dorato negli USA, visto che in Brasile è indagato per frode, fallimento ed un “buco“ di quasi nove milioni di euro ed è inseguito da centinaia di creditori che vorrebbero portarlo davanti ad un giudice.
Insomma, non proprio la figura da “candidato puro e senza macchia“ che forse la Meloni aveva intenzione di proporre al voto degli italiani residenti all'estero.
La storia recente ci ha spesso consegnato eletti con voto estero (e non solo) non proprio all'altezza delle prerogative proprie dei senatori, personaggi da macchietta catapultati quasi per caso nel più importante dei consessi politici d'Italia; e mentre dopo la fortunata “replica“ di Razzi sembra che Crozza si stia già allenando a fargli il verso, non vorremmo che a tale schiera potesse aggiungersi ora anche FIttipaldi, perché qualche dubbio leggendo il suo curriculum è lecito nutrirlo; e se aggiungiamo che se fosse eletto ci sarebbe anche il paracadute dell'immunità a proteggerlo...
A pensar male si fa peccato, come ricordava Giulio Andreotti; ma spesso, molto spesso, ci si indovina...