Emergenza smog: meglio GPL e gas naturale?

Emergenza smog: meglio GPL e gas naturale?
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Assogasliquidi chiede al Ministero dell’Ambiente di puntare su queste fonti energetiche non solo per la mobilità ma anche per il riscaldamento domestico
30 gennaio 2018

Città assediate dalla cappa di smog, continui sforamenti delle soglie di legge, livelli di inquinamento che mettono a serio rischio la salute dei cittadini: gli allarmi si moltiplicano, le risposte efficaci latitano.

Manca una strategia condivisa e così si procede a macchia di leopardo: divieti di circolazione a pioggia, a volte anche in spregio alla ragione.

In queste ore, si riunisce a Bruxelles il Tavolo sulla qualità dell’aria, cui l’Italia è invitata insieme ad altre nazioni e non certo per ricevere complimenti: il nostro Paese, anzi, è tra i meno virtuosi nel campo della riduzione dell’inquinamento urbano.

Nella documentazione che porterà in Belgio, il Ministro dell’Ambiente ha anche una lettera a firma di Francesco Franchi, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica, che ricorda il contributo che possono offrire GPL e gas naturale come fonti energetiche virtuose, visto che la loro combustione è caratterizzata dalla quasi totale assenza di emissioni di polveri sottili e di altre sostanze dannose per la qualità dell’aria e la salute umana.

L’invito è di puntare sempre più su GPL e gas naturale per il riscaldamento domestico e la mobilità, i settori maggiormente indicati come responsabili dell’inquinamento atmosferico, visto che possono costituire un valido aiuto nel rispettare gli impegni presi a livello comunitario in materia di qualità dell’aria.

Per il riscaldamento domestico, Assogasliquidi sottolinea la necessità di ridurre le emissioni di polveri sottili e altri inquinamenti provenienti da caldaie e stufe alimentate a biomassa legnosa, puntando invece ad un maggior uso di quelle a gas.

Lo Studio Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria (Camera di Commercio di Milano) ha messo a confronto le emissioni di tutti i combustibili impiegati per il riscaldamento domestico - GPL, gas naturale, gasolio, pellet e legna - evidenziando le elevate emissioni di Particolato (PM) e di Benzoapirene, molto dannosi per la salute umana, degli apparecchi a pellet e legna.

Lo Studio ha anche analizzato gli effetti dell’invecchiamento sugli apparecchi a pellet: dopo un anno e due anni di funzionamento, anche le stufe di categoria elevata, senza un intervento di manutenzione, peggiorano le prestazioni e producono elevate emissioni di Monossido di Carbonio e Benzoapirene.

I dati rilevati da Innovhub mostrano che 100 gr di PM una stufa a pellet li produce funzionando 32 ore, una a gas dopo 46.000 ore, e un’autovettura Euro5 dopo 20.000 km percorsi.

Pertanto, scrive Franchi, appare necessario che il Ministero riveda le politiche incentivanti a vantaggio degli impianti di riscaldamento alimentati a biomassa e introduca l’obbligo di interventi di manutenzione, almeno annuale; inoltre, le agevolazioni fiscali, confermate dalla Legge di Bilancio 2018, andrebbero riservate solo agli impianti di classe emissiva pari a 5.

Al contempo, Assogasliquidi auspica una revisione del Conto Termico, pretendono solo per la sostituzione degli impianti più vecchi con quelli di classe emissiva almeno pari a 4.

Sul fronte della mobilità, Franchi ricorda come GPL e GNL siano già stati individuati dalla Direttiva europea DAFI come carburanti alternativi sui quali puntare per una mobilità sostenibile: sono soluzioni già pronte e disponibili per gli spostamenti privati, per il trasporto pesante su strada e per la navigazione marittima.

La richiesta è che i due carburanti siano sempre più tenuti in considerazione nelle scelte di Governo e amministrazioni locali per ridurre le emissioni inquinanti e rispettare gli impegni presi dall’Italia a livello comunitario in materia di qualità dell’aria.

Da Bruxelles si attendono risposte concrete.

 

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