Elon Musk non ha barato con Twitter nel 2018: dichiarato innocente

Elon Musk non ha barato con Twitter nel 2018: dichiarato innocente
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Dopo due ore dentro il tribunale, i Giudici hanno dichiarato innocente Elon Musk
6 febbraio 2023

Elon Musk, secondo i Giudici di San Francisco, è stato giudicato non colpevole quando,  nel 2018, aveva pubblicato un Tweet in cui parlava del delisting di Tesla a 420 dollari per azione.

Sono bastate appena due ore per la giuria di San Francisco a dare ragione al fondatore di Tesla e ora, finalmente, potrà avere meno pressioni e critiche riguardo al tema

Secondo i Giudici, sembra che gli investitori non abbiano portato prove a sufficienza per dimostrare le proprie tesi e subito dopo l’uscita dal tribunale, Musk ha commentato: 

“Grazie al cielo il buon senso ha prevalso”

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Secondo i media locali, sembra che nelle spiegazioni del CEO e le sue argomentazioni finali, Musk fosse in una posizione di svantaggio rispetto agli investitori. Tuttavia, nonostante le sensazioni nella sala del tribunale, Musk ha portato delle tesi convincenti e alla fine, a differenza di quello che si poteva pensare, ha avuto la meglio

L’avvocato dell’accusa Nicholas Porritt, nel corso dell’arringa finale ha affermato: 

“Questo caso è per vedere se le regole che si applicano a tutti sono valide anche per Elon Musk. Ha pubblicato tweet che erano falsi, ignorando in modo sconsiderato la realtà. Quei tweet hanno causato danni agli investitori, molti danni. Tutti gli occhi di Corporate America sono puntati qui.”

Musk, avrebbe quindi spiegato che il Tweet pubblicato non era uno scherzo. Infatti, aveva avuto contatti con il fondo saudita Pif ed era convinto che il fondo di finanziamenti era nelle ultime battute finali prima di una possibile firma. Con il tweet, ha aggiunto, era intenzionato ad assicurare che gli investitori fossero al corrente dei piani per Tesla.

Infine, quando venne pubblicato il tweet dal CEO, era il 7 agosto 2018 e, come ben sappiamo, nelle ore successive i titoli di Tesla iniziarono ad avere enormi fluttuazioni che costrinsero Nasdaq a sospenderli per l’eccessiva volatilità (quel giorno arrivarono fino a 379,57 dollari per poi crollare a 305,5 dollari per azione). 

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