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I risultati del voto per il rinnovo del parlamento europeo del 26 maggio restituiscono un quadro dell’elettorato italiano parzialmente mutato rispetto a quello che si era espresso il 4 marzo 2018 per le elezioni politiche.
Le europee 2019 in Italia hanno premiato soprattutto la lista Lega con Salvini, che ha raccolto ben il 34,27%. Un po’ a sorpresa il secondo posto del PD, che con il 22,73% risulta la seconda lista più votata, mentre il Movimento 5 Stelle scivola al terzo posto con il 17,07%. Più indietro Forza Italia con l’8,78% e Fratelli d’Italia con il 6,45%. Al di sotto della soglia di sbarramento del 4% le altre forze in campo. Forte l’astensione: in Italia ha votato il 56,09% degli aventi diritto contro il 58,69% del 2014. Si tratta di un dato in controtendenza col resto dell’Europa. La partecipazione in tutta l’Unione è invece cresciuta dell’8%, un salto in avanti che si verifica per la prima volta dal 1979.
Il voto, stando alle dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini, non cambia gli equilibri dell’attuale Governo Lega-M5S, formato nel giugno scorso con rapporti di forza rovesciati rispetto al risultato dell’ultima consultazione. E’ chiaro però che, forte del consenso ottenuto, la Lega vorrà accelerare su temi come TAV e flat tax, sinora “arginati” dai compagni di Governo.
Il futuro Parlamento Europeo, che dovrà eleggere il commissario UE nelle prossime settimane, non sarà del tutto stravolto rispetto all’attuale come molti si aspettavano alla vigilia. All’Italia spettano 76 seggi, cioè 73 più tre che saranno occupati dopo l’uscita, eventuale ma che sembra ormai inevitabile, della Gran Bretagna.
Per quanto riguarda le forze italiane, secondo le proiezioni la Lega passa dai precedenti 5 a 28 seggi, mentre il PD da 31 a 19. Il M5S scende da 17 a 14. Forza Italia si attesta su 6 seggi contro i 13 del 2014. FdI, che nel 2014 era assente a Strasburgo, avrà 5 seggi.
Per quanto riguarda i gruppi parlamentari, cioè le aggregazioni dei partiti dalle quali scaturirà la maggioranza dell’emiciclo continentale, si assiste ad un forte ridimensionamento di PPE e socialisti, storicamente detentori della maggioranza assoluta.
Secondo le proiezioni, si confermano le forti perdite dei gruppi principali: il PPE resta il primo partito con 180 seggi, ma ne perde 33 rispetto agli attuali 217; giù anche Socialisti e Democratici (S&D), che con 146 seggi ne perdono 39. L'avanzata più forte è quella dei liberali dell'ALDE con 109 seggi (+41), seguiti dai Verdi/ALE con 69 seggi (+17) e dal gruppo di estrema destra ENF (in cui siedono la Lega e Marine Le Pen) con 58 seggi (+21). bene anche l'EFDD (a cui aderisce il M5s), che ottiene 54 seggi (+13) In forte calo i conservatori dell'ECR con 59 seggi (-17), e la Sinistra unitaria europea (GUE) con 38 seggi (-14).