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Tra i tanti capi d’azienda automotive che allertano la vecchia Europa di una crisi dovuta alla transizione, anche Luca de Meo. AD del gruppo Renault, che pure punta molto sulle BEV, de Meo ha ribadito l’utilità e l’opportunità derivanti dall’auto elettrica ma ne conta anche i rischi, se i tempi fossero troppo stretti. Si parla con appoggio del governo di nuovi posti di lavoro in Francia, per produrre le auto elettriche della renaulution, ma de Meo ricorda come la Cina sia un “nemico” troppo forte sul mercato dell’auto a batteria (dove si è preparato prima).
Tirando acqua al suo mulino, il capo della Renault durante recenti interviste ha fatto capire come per motori e batteria l’Europa possa rincorrere e farcela (non ha caso Renault ci ha investito) ma certi fronti del digitale, della connettività, dei microchip che servono nell’auto degli anni Venti e Trenta, vedono altri continenti avvantaggiati da troppo tempo e con troppo margine. Che fare? Senza fretta meglio mantenere la neutralità tecnologica, per ridurre CO2, come dicono tutti quelli di buon senso e privi di interessi. A tal proposito de Meo ricorda come la classe ambientale di un’auto, sarebbe da calcolare contando tutto il processo, dalla produzione (e quella di batterie non è così ecologica) ai rifornimenti e quindi eventuale scarico durante l’uso (se termica) e smaltimento finale.
Cambierebbe qualche valore in campo e, magari, quel 2035 di sole BEV in classe ambientale vista come "meno top", non sarebbe così inderogabile vedendo i valori complessivi, al posto di quelli di sola emissione durante la guida.