Effetto pandemia, cresce la mobilità individuale

Effetto pandemia, cresce la mobilità individuale
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Uno studio europeo conferma l’emergere di nuovi comportamenti da parte degli automobilisti
15 giugno 2021

Nuova conferma che in tempi di pandemia si riscopre il valore, anche sotto forma di protezione e sicurezza, fornito dall’automobile come veicolo di mobilità individuale a scapito del trasporto pubblico.

La più recente indicazione in tal senso, come informa l’Ansa, arriva dallo studio dell'European Automotive Consumer Research “Persone, auto e mobilità nel dopo pandemia” commissionato dall'Automotive Innovation Lab ed affidato a Fjord, società di service design e parte di Accenture Interactive.

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L'accresciuto senso di fragilità generato dal Covid-19 ha fatto crescere l'importanza della sicurezza in molti comportamenti, guida compresa: ma nel ricorso alla propria vettura come alternativa al trasporto pubblico e agli assembramenti, si è anche evidenziata la nuova funzione dell'auto, quella di evitare il rischio.

Nei momenti di crisi e di uscite limitate, l'auto è diventata un prezioso rifugio, ideale per attenuare le restrizioni imposte dalla pandemia: nel concetto di “Car as a Cocooning Space” (auto come bozzolo) il lato emotivo della vettura ha guadagnato importanza rispetto a quello più razionale e utilitario.

Inoltre, la ricerca ha evidenziato che le persone cercano sempre di più opzioni di mobilità che soddisfino i bisogni personali senza rinunciare all'attenzione ambientali: si cerca dunque una “Non guilty mobility” cioè una mobilità senza sensi di colpa.

Dalle 2.000 interviste realizzate in Germania, Spagna, Francia, Italia e Regno Unito risulta che il 46% degli automobilisti è stato reso più consapevoli dal Covid-19 dell'impatto ambientale delle auto con motori tradizionale, che il 55% ha preso l'abitudine di muoversi a piedi e il 40% ha aumentato l'uso della bici come soluzioni per una mobilità più sana.

Molte persone stanno anche prendendo in considerazione l'idea di adottare un stile di vita nuovo e più equilibrato, incoraggiate dallo smart working: il 38% sta pensando di trasferirsi dal centro delle città a zone suburbane o rurali, generando la categoria delle “New Country Side People”.

L'automobile rimanda più di prima al concetto di indipendenza: il 60% degli intervistati apprezza il fatto di averne una molto più di prima della pandemia, molti la percepiscono come un'estensione della casa (51%) ed il possesso di un'auto è una tendenza in possibile aumento nei prossimi anni, visto che per il 70% degli europei afferma di non poterne farne a meno.

Cresce l’attenzione verso le vetture elettriche: quasi la metà del campione (44%) aspira a possederne una e ben il 45% prevede di acquistarla entro i prossimi tre anni.

Analizzando lo scenario italiano, il 46% degli intervistati afferma di avvertire la necessità di cambiare le modalità di trasporto dopo la pandemia: la crisi sanitaria ha portato alla rivalutazione dell'auto e ad apprezzare l'indipendenza e sicurezza che rappresenta.

L'80% degli italiani intervistati ha detto di preferire un'auto propria ed una buona maggioranza (64%) ritiene che i modelli elettrici siano la soluzione ideale per ridurre l'impatto ambientale, in misura maggiore del car sharing (53%).

Ma la positiva valutazione del valore delle auto elettriche non si traduce in  vocazione all’acquisto: solo il 39% degli italiani intervistati ha dichiarato di voler acquistare un auto spinta da batterie nei prossimi tre anni.
 

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