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Il colosso americano dell’autonoleggio Hertz sta rischiando il fallimento per effetto della fortissima riduzione dei viaggi in conseguenza della pandemia globale di Coronavirus, ma anche per il contesto di mercato precedente l’emergenza, con molti clienti che si sono spostati su aziende meno costose e più flessibili come Uber.
E’ quanto anticipa il Wall Street Journal, secondo il quale la società americana si starebbe preparando a una possibile istanza fallimentare a seguito del mancato pagamento dei canoni di leasing della sua flotta.
La compagnia e i suoi consulenti starebbero dunque negoziando con istituti di credito e alcuni tra i maggiori detentori di obbligazioni societarie allo scopo di ridurre e prorogare temporaneamente i pagamenti per preservare la liquidità.
Oggi 4 maggio, secondo quanto riferito dalla stessa Hertz la scorsa settimana, scade la deadline per raggiungere un accordo con i creditori, alcuni dei quali pare che non abbiano accordato le facilitazioni sui pagamenti. Il debito di Hertz ammonta a circa 17 miliardi di dollari.
Hertz ha anche detto mercoledì scorso di aver intrapreso «misure aggressive per eliminare i costi» e ha dichiarato che avrebbe licenziato 10.000 dipendenti.
La American Car Rental Association ha chiesto al Congresso USA di fare di più per le aziende legate al settore dei viaggi e del turismo, espandendo un programma di stimolo da 2,3 trilioni di dollari e promuovendo una nuova legislazione rivolta al settore.