Effeffe Berlinetta: tra passato e futuro

Effeffe Berlinetta: tra passato e futuro
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Nata dalla passione dei brianzoli Leonardo e Vittorio Frigerio, è una coupé con cuore Alfa Romeo che si ispira alle grandi sportive italiane del passato. Non è ancora pronta, ma ha già vinto il premio alla Coppa Intereuropa Storica di Monza
26 giugno 2015

Il contesto è quello della 62° Coppa Intereuropa Storica, dove si corrono in pista a Monza ben tredici gare durante un fine settimana popolato da oltre duecento vetture iscritte in sette diverse categorie del passato, a rinverdire emozioni molto intense come quelle dei tempi in cui si girava sia su circuito stradale sia sulla mitica sopraelevata. L’oggetto è però un prodotto tutto nuovo, un’auto italiana prestante e fascinosa: minuta coupé due posti che nasce oggi con idee e concetti tecnici delle grandi GT nostrane del secolo scorso, proprio come alcune di quelle presenti alla Coppa Intereuropa, parliamo della Effeffe Berlinetta

 

Una première a sorpresa ambientata nel Tempio della Velocità per un’auto che nasce sia con lo scopo di essere usata in pista, per correre, sia per richiamare ovunque su strada la sportività italiana pura e semplice tipica degli anni Cinquanta e Sessanta. Dopo averla ben osservata e toccata, possiamo confermare che in effetti quest’auto come non ne nascevano da decenni, centra l’obiettivo in ogni suo centimetro. 

Made in Lombardia

In quel di Monza la Effeffe la troviamo non lungo il tracciato per correre ma nel paddock, internamente allo spazio “Tutto Alfa”, organizzato dalla Scuderia del Portello che in queste occasioni schiera varie vetture. La circostanza non è a caso, poiché la nuova Effeffe è un po’ nella sua culla, se si pensa che ha un DNA intriso di passione italiana ma in particolare milanese, brianzola e pur estesa nelle collaborazioni tecniche, sta vivendo il proprio sviluppo grazie a molti uomini dal medesimo comune denominatore geografico e spesso lavorativo. Se i fratelli Leonardo e Vittorio Frigerio, titolari delle omonime officine da cui esce la vettura, sono di base in quel di Verano Brianza, insieme a loro ci sono molti uomini dal passato professionale e sportivo legato all’Alfa Romeo di un tempo (Carlo Facetti, per citarne uno), quell’Alfa sportiva senza compromessi in strada e vincente in pista, con le ruote coperte. 

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Gli interni ispirati al passato della Effeffe Berlinetta


Piloti e tecnici formati sui libri ma soprattutto sul campo, prima che su un PC, personaggi che nel motorismo sportivo italiano del secolo scorso hanno contribuito a scrivere pagine indelebili e si sono nuovamente appassionati oggi all’idea dei Frigerio: mettere in produzione nel 2015 una nuova vettura due posti sportiva, semplice, che applichi i medesimi concetti di allora, interpretati e corretti per ottimizzarne l’efficienza e la razionalità di funzionamento, senza però macchiare di altro l’impatto puro di quei canoni estetici e l’intensità elevata di quel feeling guida generato da una tradizione tutta corsaiola, con meccanica senza fronzoli. 

Riconosciuta tra le grandi

Agli appassionati non sfuggirà il fatto che non sia questa la prima apparizione pubblica per la Effeffe. Un enorme riconoscimento formale è quello ricevuto lo scorso anno in quel di Cernobbio, dove la Berlinetta ha avuto l’onore di sfilare sul lago e nei giardini di Villa d’Este in seno alla ristrettissima categoria per Prototipi e Concept cars, riservata al Concorso d’Eleganza Villa d’Este ai nuovi modelli più interessanti del panorama mondiale. Per dare una misura del valore, basti sapere quali erano le altre sei vetture iscritte al medesimo concorso: Maserati AlfieriLamborghini 5-95 ZagatoAston Martin DBS Coupé Zagato CentennialGiugiaro ParcourInfiniti Q30 Concept e Volvo Concept Estate. A distanza di circa un anno, nonostante la gioventù e la completa artigianalità del progetto Effeffe, proprio a Monza questo sabato i Frigerio hanno ricevuto un secondo riconoscimento: l’Assessore all’Expo Fabrizio Sala ha consegnato il premio quale opera che contribuisce allo sviluppo di storia e immagine dell’automobilismo lombardo. 


Leonardo Frigerio, onorato del premio e di poter esibire in quel di Monza la neonata vettura, spiega: «Abbiamo coronato un sogno e, per di più, in un tempio dell’automobilismo sportivo mondiale. Lo spirito dei maestri motoristi e telaisti italiani degli anni Cinquanta e Sessanta ci ha guidato fin qui e il risultato l’abbiamo visto oggi». 

Tubolare con cuore Alfa

Con l’occasione monzese si sono potuti valutare in dettaglio i passi compiuti dalla vettura che, a un anno dall’esibizione sostanzialmente statica di Cernobbio e dopo alcuni collaudi interni, si avvicina al debutto vero e proprio. I geni sono quelli dichiarati e ben visibili a colpo d’occhio, con la stupenda carrozzeria in alluminio dal lungo frontale e due porte, le cui semplici e tondeggianti curve fanno sembrare di esser tornati al secolo scorso prima ancora di avvicinarla. Rigorosamente realizzata a mano, questa leggera coupé vede in estrema sintesi il motore posto anteriormente longitudinale, la trazione posteriore e cinque rapporti. Osservando la Berlinetta in versione priva di carrozzeria, si nota il pieno rispetto della tradizione, che voleva si partisse da una meccanica stradale, in questo caso Alfa Romeo di quei tempi, adattandola senza vincoli di fantasia e materiali all’uso sportivo. 

Abbiamo coronato un sogno e, per di più, in un tempio dell’automobilismo sportivo mondiale. Lo spirito dei maestri motoristi e telaisti italiani degli anni Cinquanta e Sessanta ci ha guidato fin qui e il risultato l’abbiamo visto oggi

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Elemento caratterizzante è il telaio tubolare, che ricordiamo per queste applicazioni si sviluppò inizialmente proprio nel milanese e non altrove: una struttura tutta lavorata manualmente in acciaio, definita con l’ausilio di software fornito dal partner SolidWorld. Ai longheroni laterali di grossa sezione circolare (60 mm), si sposano ali longitudinali di controventatura, sottotelai a sezione circolare e quadrata, il tutto progettato con SolidWorks insieme a programmi di controllo delle fasi di taglio automatico e verifica della resistenza.

 

Il risultato è un insieme molto rigido, pur notevolmente leggero. Puntando sempre alla maggior leggerezza possibile e alla guidabilità pura del passato (secondo dettami che furono anche di Colin Chapman), le masse sono mantenute internamente ai due assi e non ci sono assistenze a frenata o sterzo.

 

Le sospensioni anteriori sono però un elemento fortemente modernizzato, soprattutto in termini di possibilità di regolazione, davvero elevate rispetto al periodo cui s’ispirano. Al posteriore troviamo un assale rigido, anch’esso evoluto al meglio, con parallelogramma di Watt e alcune regolazioni possibili senza sconvolgere l’idea di base. 

Carlo Facetti, Alberto Spotti, Vittorio Frigerio, Leonardo Frigerio
Carlo Facetti, Alberto Spotti, Vittorio Frigerio e Leonardo Frigerio discutono sugli sviluppi della vettura nel paddock di Monza

 

I motori utilizzati in queste fasi di sviluppo come nelle versioni definitive saranno ovviamente e unicamente Alfa Romeo. Varie le opzioni possibili, data la configurazione flessibile della vettura in termini di spazio nel vano motore. Al momento abbiamo visto i classici quattro cilindri in linea dei tempi d’oro, alimentati con carburatori doppio corpo Weber, di cilindrata 1600, ma la probabile versione base sarà un 1962cc configurato con una potenza di 180 CV, in coerenza alla fiche di omologazione FIA della categoria Turismo europeo anni 1969/1970.

 

La base del motore storico viene rivista ed elaborata con metodo ampiamente collaudato, mantenendo piena affidabilità pur con potenza vicina ai motori moderni di similare architettura e soprattutto un’erogazione molto dolce. Il target che sposa la leggerezza telaistica, con massa indicativa inferiore agli 800 kg. è avere ottima guidabilità ai bassi regimi, per un’andatura molto fluida. In casa la factory ha pronti anche tutti i “fratelli maggiori” del classico motore Alfa Romeo, con versioni anche più potenti e raffinate, come sono i noti sei cilindri a V del biscione, in versione aspirata (2500 e 3000, oltre i 200CV) oppure Turbo (2000), disponibili poi anche altre varianti del quattro cilindri in linea, dotate d’iniezione elettronica: Twin Spark 2000, 1800 Turbo, 2000 sovralimentato (200CV)

Stile unico e dedicato

Se da fuori si percepisce il passato di classe sportiva, negli interni coerentemente al target elevato ci sono rifiniture pregiate in cuoio, cucite a mano. La scelta sarà tra innumerevoli accostamenti di colore per rivestimenti plancia, sedili, pannelli porta e piccola bagagliera alle spalle delle sedute. Data la realizzazione artigianale è possibile scegliere ogni dettaglio delle parti a vista, anche il grado di finitura delle cuciture. Il vano pavimento è rivestito in moquette di pura lana, con varietà di finiture e colori. Bellissime le ruote a raggi tangenti, con cerchio in acciaio, finitura cromata e fissaggio a gallettone centrale. A livello pneumatici varie le misure e i disegni con battistrada d’epoca da scegliere, con mescola stradale o racing. Non manca volendo un set di valige con sacca da golf in cuoio personalizzate. Pensando all’uso stradale moderno, possibilità infine di montaggio del gruppo riscaldamento e aria condizionata.

Per i propri clienti Effeffe garantisce una vera e propria fornitura da pilota ufficiale, con collaudo dedicato della propria autovettura in pista e settaggio delle sospensioni in base alle singole richieste. Previsti anche eventuali corsi di guida sportiva in autodromo e partecipazione attiva alle configurazioni finali della meccanica. 

Prezzo? 300.000 euro, circa

Il target che si pongono a Verano è di quelli elevati, visto l’impegno, i Frigerio non disdegnano infatti una certa ambizione nel sognare le proprie vetture protagoniste dei prossimi vent’anni nella pregiata nicchia in cui si posizionano. L’opera artigianale di realizzazione definitiva della Berlinetta, con tanto di omologazione nel Regno Unito, secondo i piani dovrebbe essere compiuta a breve, per divenire quindi a “a regime” una vera e propria piccola produzione, quasi su misura ma capace di arrivare sino a venti unità annue, distribuite da rivenditori in ogni continente. 

 

Quanto potrà costare? Non si può ancora avere un prezzo definibile di listino, anche perché molte sono le varianti tecniche possibili da configurare a piacimento del cliente, ma la stima è vicina ai trecentomila euro. Potenziali acquirenti, che ovviamente sono una fascia ristrettissima, hanno già manifestato interesse un po’ ovunque, sia in Europa, dove in particolare il Belgio è già pronto ad accogliere i primi modelli, sia in Paesi del mondo arabo o americano. Il secondo passo già programmato sarà poi quello di realizzare una variante barchetta. 

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La Effeffe Berlinetta svestita della carrozzeria in una fase di test a Monza

In pista

In quel di Monza la Berlinetta ha compiuto una breve passerella in versione “svestita”, proprio come si usava fare per i test di sviluppo del passato, tralasciando la parte della carrozzeria per concentrarsi prima solo sulla meccanica, più importante in certe categorie. Lo shakedown a telaio esposto ha fornito indicazioni sulla bontà del progetto e soprattutto sulla sensibilità alle regolazioni, che sulla Berlinetta sono tante e la differenziano in meglio rispetto alle classiche da cui prende ispirazione. Prossimamente, già entro l’autunno, dopo che nell’estate lo sviluppo proseguirà in pista, potremo avere qualche sensazione più viva e “calda”, grazie ai primi giri che permetteranno non solo ai tester interni di cominciare a saggiare doti di guida della due posti che punta tutto su handling e reazioni dirette. 

 

Ci siamo per il momento solo seduti al posto guida, dal sapore assolutamente corsaiolo di un tempo, notando in primis il perfetto allineamento tra sedile, piantone sterzo e pedaliera: non è cosa comune se si pensa ai prestanti ma scomodi modelli del passato cui ci s’ispira, che difficilmente accolgono con comodità persone di grande corporatura. Nella Berlinetta invece lo spazio anche per chi supera il metro e novanta in altezza non manca. Vittorio Frigerio, mente tecnica del progetto, dopo averla guidata al debutto sul tracciato lombardo è molto positivo: «Sono soddisfatto perché il telaio si è rivelato magnifico, il retrotreno è incollato all’asfalto e la leggerezza della struttura permette prestazioni straordinarie in rapporto alla potenza disponibile». 

Scuderia del Portello

Lo spazio che ha ospitato la Effeffe Berlinetta, o meglio i due esemplari, quello in configurazione semi definitiva e quello di sviluppo privo di carrozzeria, era interno alla Scuderia del Portello, assoluta protagonista per Alfa Romeo nel mondo delle classiche sportive e alla 62^ Coppa Intereuropa in particolare. Le due gare del trofeo “Tutto Alfa” sono state spettacolari, tra le più ammirate dal folto pubblico sugli spalti, con venticinque vetture del Biscione in pista tra le quali spiccavano rarità come la 1900 Coupé pilotata da Arturo Merzario, la Giulietta “Sebring” di Luigi Somaschini e la Giulia TZ 2 di Walter Antonacci. L’area del Portello nel paddock ha calamitato l’attenzione con una schiera di affascinanti auto esposte e la chicca assoluta della Effeffe. 

 

Il fine settimana targato Alfa ha visto anche il passaggio di testimone tra Expo Shanghai 2010 e Expo Milano 2015, in vista del prossimo “Raid della fratellanza e della pace” Pechino - Parigi, che vedrà protagonista la Scuderia. Un gruppo di vetture, tra cui le quattro Giulia partecipanti al Raid e due Giulietta moderne nel ruolo di assistenza, sono partite dalla sede Bosch nell’area Portello e sono giunte in autodromo per l’inaugurazione del Museo della Velocità, percorrendo anche le sopraelevate monzesi. Nel corso dell’annuale premiazione dei Campioni Alfa Romeo infine, la Berlinetta ha ricevuto anche l'approvazione informale di alcuni tra i personaggi che hanno contribuito alla leggenda del Biscione, come Arturo Merzario, Carlo e Giuliano Facetti, Gianluigi Picchi, Gino Pozzo, Marco Cajani e tanti altri presenti. 

SCHEDA TECNICA *

Motore di derivazione Alfa Romeo interamente in alluminio
Numero e disposizione dei cilindri: quattro in linea
Cilindrata Totale: 1962 cmc.
Potenza e regime: 180 CV DIN a 6500 giri/min
Distribuzione: due alberi a camme in testa
Alimentazione: due carburatori orizzontali doppio corpo Weber 45 DCOE
Trazione: posteriore
Frizione: monodisco a secco
Cambio: sincronizzato a cinque marce e RM, comando a cloche
Rapporti standard del cambio: I°, 1:3,30 – II° , 1:1,99 – III° , 1:1,35 – IV° , 1:1 – V° , 0,79 , RM , 3,01
Rapporto di riduzione al ponte: 9/41
Ruote: a raggi tangenti, cerchio in acciaio, fissaggio a gallettone centrale 15x6.00”
Pneumatici: Dunlop Racing M 5.50x15” - M 6.00x15”, radiali 205 VR15
Tipo di telaio: tubolare in acciaio
Berlinetta 2 porte, 2 posti. Carrozzeria battuta a mano in alluminio
Sospensioni anteriori: indipendenti, con parallelogramma articolato e posizionamento del gruppo molla ammortizzatore inboard con schema push-rod. Barra stabilizzatrice antirollio. Barra di collegamento tra le due sospensioni anteriori Gruppo molla ammortizzatore coassiale regolabile.
Sospensioni posteriori: ad assale rigido. Puntone inferiore di ancoraggio al telaio, di spinta e reazione. Puntone superiore longitudinale per contrastare le forze in accelerazione e in frenata. Parallelogramma di Watt. Barra stabilizzatrice antirollio. Gruppo molla ammortizzatore coassiale.
Freni: anteriori e posteriori a disco con pinze Ate in lega leggera, doppio circuito sulle 4 ruote, doppia pompa a comando idraulico
Sterzo: a cremagliera
Peso a secco: 790 Kg
*non definitiva

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