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La reintroduzione dell’educazione civica a partire dall’anno scolastico 2019/2020 varata con la legge n. 92 del 20 agosto 2019 rischia di saltare per un tecnicismo: la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è avvenuta il 21 agosto, mentre l’entrata in vigore è prevista dopo 15 giorni dalla pubblicazione. Ovvero il 5 settembre.
Le tempistiche contrastano però con il dettato della norma, che all’articolo 2 recita: «A decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è istituito l’insegnamento trasversale dell’educazione civica».
Il Ministero dell’Istruzione ha comunque fatto sapere che sta lavorando ad un provvedimento d’urgenza che consenta alle scuole di partire con l’insegnamento dell’educazione civica già dall’anno scolastico in procinto di iniziare ed evitare di dunque far slittare la novità al 2020/21.
Tra i temi previsti nei nuovi programmi di educazione civica vi è anche l’educazione stradale. Si tratta di una materia prevista fin dal lontano 1992 con l’introduzione di una apposita disposizione nel Codice della Strada (all’art. 230), ma che da allora non è stata mai attuata. In assenza di un intervento d’urgenza c’è il rischio che l’insegnamento nelle scuole dell’educazione civica e con essa dell’educazione stradale slitti per l’ennesima volta.
Secondo il primo firmatario della legge, il leghista Massimiliano Capitanio, «C’è ancora margine per la sua entrata in vigore, purché ci sia la volontà politica. Il momento, certo, non aiuta».