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A due settimane dall'avvio delle prenotazioni relative all'ecobonus da parte dei concessionari, già un terzo dei fondi a disposizione per le vetture endotermiche è andato esaurito. Dei 250 milioni stanziati ne rimangono circa 170, e stanno già pervenendo richieste di nuovi stanziamenti da parte delle associazioni di un settore, quello automotive, che ha accusato pesantemente gli effetti della pandemia di COVID-19. Sono invece meno richiesti gli incentivi per le auto elettriche e ibride: dei 120 milioni stanziati ne sono stati prenotati meno di 10.
La mancanza di capillarità nella rete di ricarica in Italia e i costi comunque più elevati delle vetture a zero emissioni rappresentano un ostacolo all'acquisto nonostante gli incentivi siano più alti rispetto a quelli offerti per le vetture endotermiche. Per le auto elettriche, peraltro, si può ricorrere ancora al primo ecobonus, visto che rimangono fondi residui per oltre 260 milioni. Richiesta altissima, invece, per i veicoli endotermici con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km, con un incentivo pari a 1.500 euro con rottamazione, cui si aggiungono 2.000 euro di sconto del rivenditore.
La durata degli incentivi per le vetture benzina e diesel di ultima generazione è di sei mesi, ma, vista la partenza a razzo delle richieste, è difficile pensare che si possa arrivare alla naturale scadenza. «Il forte interesse per l'ecobonus - osserva Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - richiama immediatamente l'attenzione sull'esiguità degli stanziamenti previsti ed è lecito prevedere che le risorse pubbliche disponibili per l'acquisto di auto con alimentazione tradizionale, di gran lunga le più richieste, si esauriranno molto prima del 30 giugno. Si pone quindi il problema di stanziare nuovi fondi per proseguire con la campagna di rottamazione anche nel secondo semestre 2021».