Ecco Ineos Grenadier, Anche in Italia il nuovo fuoristrada british: 4x4 puro e minimalista [motori BMW]

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Dall’azienda inglese leader nel petrolchimico, il fuoristrada minimalista e puro made in Europe motorizzato BMW, con base telaio austriaca e ambizioni da vero “duro”
1 luglio 2020

Punti chiave

Nome di costruttore e di modello nuovi, per un mezzo tutto inedito specie per noi in Italia. O forse no? Eppure il fuoristrada che vedete in video e in foto, è pronto a divenire realtà in strada anche da noi prossimamente ed è un modello tutto nuovo. Il look da lontano vi dice qualcosa? No, questo si chiama Grenadier e lo produce la divisione auto del gruppo internazionale Ineos. Azienda con 183 stabilimenti in 26 Paesi, che fattura circa 60 miliardi di dollari l’anno e sponsorizza la Mercedes in F1, tanto per dare l’idea.

Dopo vernici, materie plastiche, tessuti, farmaceutici e pure tecnologia, dal 2017 il Presidente appassionato di automobili apre al nuovo fronte con quattro ruote, integrali. Ora ne vediamo il risultato: non auto comune, nemmeno una elettrica. Questo primo prodotto Ineos è un fuoristrada 4x4 personale, minimalista e robusto. Fatto in collaborazione con Magna Steyr, BMW per i motori e ZF per il cambio.

Nome e prodotto nuovi, britannici, ma base tecnica a dir poco solida e di livello. Collaudata dall’Europa, con la voglia di riprendere un filone che per gli inglesi vuole dire anche primi modelli Land Rover e ovviamente, per tutti, mezzi di capacità persino militare.

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2022

Il Grenadier entrerà in produzione il prossimo anno, con lavoro in due stabilimenti: nel Galles e in Portogallo. Sul mercato invece nel corso del 2022. Un fuoristrada 4x4 promesso senza compromessi, ma anche facile da gestire, da mantenere. Telaio a longheroni, differenziali bloccabili e interni lavabili. Il carico utile è di una tonnellata e la capacità traino di 3,5 tonnellate. Il suo target teorico non è certo quello “pettine” da mezzo premium che rincorre mode del momento, ma piuttosto rendersi fruibile a proprietari di terreni, addetti forestali, esploratori, operatori di comprensori sciistici. Un veicolo quindi di forte impatto e solido per davvero, anche se non solo rustico, poiché dotato di minimo comfort e ADAS, adeguati alla rivendita in tutto il Globo.

Sotto il cofano ci saranno dei motori a sei cilindri BMW, benzina o diesel, non previsti ibridi per ora. Tutti si chiedono due cose: sarà davvero minimalista e aperto a molti che lo attendono magari entro i 50K, oppure salendo nelle doti e nei costi si connoterà come nuovo rivale di quella icona, fatta anch’essa su pianale austriaco Magna, che si chiama classe G Mercedes (e costa un botto)? Varie le valutazioni, ma tutte da fare dopo averlo toccato con mano e provato.

Design duraturo

Il target per nulla facile è quello di espandersi prima in Europa e poi nel resto del mondo. Per ora, conosciamo bene solo l’aspetto esterno di Grenadier, che non è poco ma non è tutto. Un design di quelli per cui non serve introduzione, è palese, lascia poco a spazio a interpretazioni: un fuoristrada puro e nato per lavorare spingendosi oltre; non per sole passerelle e slogan. Tant’è che nel presentarlo quelli di Ineos citano le caratteristiche volute nel 1940 dall’esercito per le prime e famosissime Jeep americane. Non le solite chiacchiere del mondo SUV. Quindi un mezzo integrale permanente e teoricamente longevo. L’anteprima di design mostra un veicolo oggettivamente non inedito al 100%, ma palesemente fuoristrada e… Si capisce che l’impronta è inglese, rivista oggi.

Non è Jeep, non è Land Rover, che invero richiama maggiormente, ma è Grenadier. “La forma segue la funzione” è il principio adottato per realizzarlo, pratico e concreto. Elemento tipico il muso con cofano effetto “appoggiato” e i quattro fari. Circolari come quelli posteriori. Cerniere a vista e tutto quanto tipico dei mezzi davvero off-road, come i pochi rimasti sul mercato. Ovviamente ci sono fasce paracolpi laterali, un accesso posteriore a prova di ogni carico (portellone sdoppiato) dei cablaggi esterni per collegamenti elettrici e persino un piccolo vano utile come base lavoro (es. riporre indumenti e attrezzi sporchi) da fuori.

Spazio poi alle personalizzazioni, vedendo le soluzioni tutte molto gestibili messe nel Grenadier e il concetto “open source” anticipato dalla Casa. A seguire anche versioni wagon, di lunghezza diversa e pick-up, per colmare con un veicolo inedito alcune nicchie di mercato trascurate da altri.

Toby Ecuyer, capo design della Casa, spiega sinteticamente: “Un design chiaro, immediato, senza ambiguità. Un veicolo in cui tutto è sostanza, niente è apparenza”. Ne parleremo ancora, quando si scopriranno altri dettagli e le sensazioni di guida. Il programma di sviluppo ha come obiettivo 1,8 milioni di chilometri percorsi su strada e in fuoristrada nell’arco del prossimo anno,

 

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