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Si comincia a intravedere qualcosa sul futuro della Volkswagen che sarà dopo il “Dieselgate”. Annunciati gli accantonamenti straordinari e i tagli agli investimenti per 1 miliardo di euro all'anno per fare fronte agli alti costi che si prospettano per il richiamo di 11 milioni di auto, per le eventuali sanzioni che potrebbero piovere dalle autorità di diversi paesi nonchè dai risarcimenti chiesti dai consmatori, la Casa di Wolfsburg prova a scrollarsi di dosso l'immagine che nelle ultime settimane le è stata attribuita, forse frettolosamente, di costruttore poco incline alle tecnologie “verdi”.
Tutti i Diesel con l'AdBlue
Così il cda sotto la guida dell'amministratore delegato Herbert Diess ha deliberato che i prossimi motori diesel saranno dotati «il prima possibile» di SCR e tecnologia AdBlue, ovvero i sistemi che era stato possibile evitare di montare attraverso il software dei motori TDI che riusciva a mascherare le emissioni di NOx, molto probabilmente per ragioni di costi industriali vista la loro complessità.
Arriva la piattaforma dedicata alle elettriche
Il pianale MQB è uno dei più recenti sviluppi del Gruppo VW e ha permesso di realizzare numerosi modelli Audi, Seat, Skoda e Volkswagen che spaziano dal segmento della Polo a quello della Passat. Verrà sviluppato ulteriormente per offire un'offerta più ampia di modelli ibridi plug-in e veicoli elettrici con autonomia fino a 300 km. Oggi i modelli sfornati da Wolfsburg e già in commercio con tecnologia ibrida sono Audi A3 e-tron, Golf GTE e Passat GTE, ma l'offerta è destinata ad aumentare. Il momento è favorevole, come dimostra l'andamento delle vendite di Toyota, che è leader nel mercato delle ibride in Europa e aumenta anno dopo anno il suo share.
La vera novità è però il varo del pianale MBE dedicato espressamente alle auto elettriche di tutti i marchi della galassia VW, veicoli commerciali compresi. Secondo quanto annunciato, sarà progettato per tutti i tipi di carrozzeria e di segmento, permettendo anche declinazioni sportiveggianti. I futuri modelli realizzati sul pianale MBE, che si aggiungeranno alle attuali e-up! e e-Golf, avranno un’autonomia da 250 a 500 chilometri.
Phaeton: anche l'ammiraglia sarà elettrica
E' noto che uno dei più grandi flop della storia della Casa di Wolfsburg è stata la Phaeton. Nei sogni di Ferdinand Piech doveva essere la migliore Volkswagen della storia, ma il prezzo elevato, giustificato da tecnologie all'avanguardia e una cura costruttiva maniacale (fu costruito un apposito stabilimento a Dresda) unito a una certa mancanza di appeal del marchio nel segmento delle “superlusso” ne hanno decretato l'insuccesso e ben due restyling nel 2007 e nel 2010 non sono riusciti a risollevarne le sorti. The Economist ha calcolato che VW con la Phaeton ci ha rimesso circa 2 miliardi di dollari, ovvero 28.100 euro a vettura.
Volkswagen ci riproverà con la prossima Phaeton, che sarà 100% elettrica. E' destinata a diventare la bandiera tecnologica della Volkswagen post Dieselgate, anche se i numeri del passato lasciano pensare ad un investimento che sarà più in immagine che in vista di un effettivo profitto.
«Il brand Volkswagen si sta riposizionando per il futuro. Stiamo diventando più efficienti, stiamo riconsiderando la nostra gamma di prodotti e le nostre tecnologie principali e accelerando il programma di efficienza stiamo creando lo spazio per tecnologie che guardano al futuro», è la promessa del CEO Herbert Diess, che sa di avere gli occhi del mondo dell'auto, e non solo, puntati addosso.