Ecco come (e perché) FCA è tornata a credere nell'Italia

Ecco come (e perché) FCA è tornata a credere nell'Italia
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Sembrano lontani anni luce i momenti difficili attraversati dalla Fiat in Italia. Oggi il neonato Gruppo FCA ha già investito 5 miliardi negli stabilimenti del nostro Paese. Ma non è finita qui
9 aprile 2015

Sembrano lontani anni luce i momenti difficili attraversati dalla Fiat in Italia, con la drammatica chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, in Sicilia, e le voci sempre più insistenti che parlavano di licenziamenti, dismissioni di altri impianti nel nostro Paese e addirittura della cessione di uno dei marchi del Gruppo (Alfa Romeo) alla concorrenza tedesca.

Gli stabililimenti Fiat tornano a sorridere

Marchionne negli anni ha sempre rassicurato operai e investitori, dicendo che l'Italia sarebbe rimasta strategica nelle dinamiche di sviluppo del Gruppo e le promesse, fino ad ora, sono state di fatto mantenute. Da allora infatti le cose sono notevolmente cambiate. Se è vero che per Termini, purtroppo, non si è ancora trovata una soluzione, bisogna ammettere che tutti gli altri stabilimenti Fiat – evolutasi nel frattempo in FCA - sono tornati a sorridere, anche in Italia.

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Gli operai di Pomigliano verso la catena di montaggio, dove oggi viene costruita la Fiat Panda. In apertura i festeggiamenti per la Maserati n. 50.000 prodotta a Grugliasco

 

È solo di ieri la notizia di un investimento di oltre mezzo miliardo di euro nell'impianto di Termoli in Molise. Ma questo sforzo imprenditoriale è solo l'ultimo portato avanti dal Gruppo italo-americano. Nel bel mezzo della crisi economica più nera, FCA ha investito prima 800 milioni di euro a Pomigliano per la Panda, poi un miliardo a Grugliasco per le Maserati Quattroporte e Ghibli, a cui hanno fatto seguito subito dopo un miliardo a Melfi per Jeep Renegade e Fiat 500X e un altro miliardo a Mirafiori per la futura SUV Maserati Levante (e un altro modello non ancora noto, forse il SUV Alfa, ndr), senza dimenticare i 700 milioni alla Sevel di Val di Sangro per il nuovo Ducato.

5 mliardi di euro in Italia

Totale: 5 miliardi di euro solo in Italia. A cui si dovranno aggiungere peraltro gli investimenti già previsti a Cassino, per la produzione della nuova berlina Alfa Romeo (sarà presentata a giugno, ndr), di cui non si conosce ancora l'entità.

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Le Jeep Renegade, fresche di produzione a Melfi e pronte per l'esportazione in tutto il mondo

 

La notizia dei nuovi investimenti a Termoli, che garantiranno la fine della cassa integrazione e 50 nuove assunzioni, è stata accompagnata dal lancio di un maxibond da 3 miliardi di dollari che servirà per "le esigenze generali del Gruppo" e, in particolare, per rifinanziare un prestito ottenuto tempo fa da FCA Usa a condizioni meno vantaggiose delle attuali.

 

A Piazza Affari ieri il titolo ha chiuso in crescita dell'1%, a una settimana dall'assemblea degli azionisti, convocata giovedì ad Amsterdam, dove il gruppo ha la sede legale, per deliberare sul bilancio 2014. E' la prima volta nella storia della società che un'assemblea si svolge fuori dall'Italia e l'appuntamento ha quindi un forte valore simbolico.

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FCA ha investito 5 miliardi in Italia negli ultimi anni. E si aspettano ancora gli investimenti previsti per Cassino

Marchionne: «È la scomessa Alfa Romeo»

«Questo progetto ad alta tecnologia è parte integrante della scommessa Alfa Romeo», sottolinea Marchionne che elogia «la capacità dei lavoratori di questa fabbrica di sapersi risollevare anche dalle avversità più dure» e ricorda l'alluvione del 2003 che distrusse lo stabilimento. L'annuncio di Marchionne è un nuovo tassello nella politica di investimenti di FCA in Italia, ma è anche un passaggio importante nel rilancio dell'Alfa Romeo con 5 miliardi di investimenti previsti per otto nuovi modelli tra il 2014 e il 2018.

 

La “Giulia” (il nome non è confermato, ndr), il primo della rinascita del brand, verrà presentata ad Arese il 24 giugno. L'amministratore delegato di Fca ha più volte assicurato che tutti i modelli e i motori Alfa saranno prodotti in Italia.

 

«Oggi si concretizzano le nostre previsioni: dopo gli investimenti previsti negli stabilimenti finali dell'auto, altri sono destinati anche agli stabilimenti che producono cambi e motori. I benefici occupazionali si sentiranno ovunque e presto ne beneficeranno anche i lavoratori degli stabilimenti di Cassino e Mirafiori», sottolinea Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim. 

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