Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
È stato uno degli 007 più amati della saga ispirata ai romanzi di Ian Fleming: parliamo naturalmente di Sean Connery, morto oggi (31 ottobre 2020) all’età di 90 anni. Amatissimo, non solo come agente segreto, James Bond è passato alla storia anche per il forte legame con le sue automobili ed è normale che anche l’immagine dell’attore di Edimburgo ne abbia giovato.
Indubbiamente la Aston Martin DB5 è quella che prima di ogni altra viene in mente pensando a 007 e il riferimento a Sean Connery viene automatico visto che è stato proprio lui a portarla al debutto nel 1964 in Missione Goldfinger. L’auto era speciale non solo perché bellissima ma anche per via dei segreti che nascondeva al proprio interno tra cui mitragliatrici anteriori e posteriori, cortina fumogena, spargiolio, spargichiodi a tre punte, scudo posteriore antiproiettile, sedile passeggero eiettabile, carrozzeria blindata e targhe intercambiabili rotanti. Non mancava un telefono nello sportello, un radar nello specchietto e un cassetto posto sotto il sedile del passeggero che conteneva una Walther PPK, pistola usata da 007 e un dito d'oro, di plastica, infilabile nell'indice sinistro.
Ritroviamo la DB5 anche in Operazione Tuono (1965) affiancata da una Lincoln Continental, mentre all’inizio dell’avventura di Connery come agente 007 le prime auto ad apparire turno una Chevrolet Bel Air ed una Sunbeam Alpine.
Nel 1963 invece è la volta di Connery su una Bentley Continental con un motore Mark IV da 9,5 litri e radiotelefono mentre in "Si vive solo due volte" (l’ultimo di Sean Connery) sono una Ford Fairlane ed una Toyota 2000 GT Special Cabriolet a fare la loro comparsa: particolare la giapponese perché era l’auto del Servizio Segreto Giapponese guidata dalla Bond-Girl Aki con sofisticate apparecchiature audio-video Sony e di missili che fuoriescono dal vano bagagli.