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Correva il giugno del 1994 quando O.J. Simpson, scomparso all'età di 76 anni l'11 aprile, si rese protagonista di una rocabolesca fuga a bordo una Ford Bronco per le strade di Los Angeles. Erano passati quattro giorni dal ritrovamento dei corpi della moglie di Simpson, Nicole Brown, e dell'amico di quest'ultima, Ronald Lyle Gordon. Simpson, accusato di omicidio e in stato di fermo, era scappato proprio sul Bronco, guidato dall'ex compagno di squadra Al Cowlings.
75 milioni di persone seguirono in diretta quella che è passata alla storia come il Bronco Chase, l'inseguimento sulla vettura di casa Ford. L'ex giocatore di football americano sarebbe stato successivamente arrestato, assolto per il duplice omicidio e condannato a risarcire milioni alle famiglie delle vittime. Il Bronco non era di proprietà di Simpson, ma di Cowlings, che avrebbe poi rivelato di aver ricevuto un'allettante offerta per cedere il Bronco: 75.000 dollari, un valore decisamente superiore a quello del mezzo.
L'ex agente di Simpson, Mike Gilbert, scoprì che l'acquirente voleva comprare il Bronco per vendere un tour ai curiosi che prevedeva una replica dell'inseguimento e una visita alla tomba di Nicole Brown. L'auto non venne così venduta, rimanendo di proprietà di Cowlings fino al 2012. Oggi il Bronco è in esposizione all'Alcatraz East Crime Museum di Pigeon Forge, in Tennessee, vicino ai mezzi legati ad altri delitti. La proprietà del mezzo, però, resta di Gilbert, che ha conservato anche alcuni cimeli, come i documenti di immatricolazione.