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«Un uomo di grande passione e capacità, un vero uomo Ferrari». Così il Presidente Luca Cordero di Montezemolo ha voluto ricordare Giulio Borsari, storico meccanico della Formula 1, scomparso nella giornata di mercoledì.
Nato a Montale, a breve distanza dalla fabbrica di Maranello, nel 1925, Giulio ha dedicato tutta la sua vita alla passione per le corse. Alla fine del 1957, dopo dieci anni trascorsi in Maserati e conclusi con la conquista del titolo iridato di Formula 1 con Juan Manuel Fangio ma con il contestuale abbandono delle corse da parte del Tridente, Giulio si trasferì prima alla Paganelli e poi alla Scuderia Centro-Sud prima di approdare, nel 1962, alla Ferrari.
In ben 17 anni trascorsi col Cavallino Rampante, Giulio lavorò fianco a fianco con tanti piloti sia in Formula 1 che nelle competizioni riservate alle vetture Sport Prototipi. Particolarmente legato a Giulio fu John Surtees, che vinse il titolo mondiale nel 1964 quando lui era il capo meccanico della Scuderia. L’addio all’attività sportiva avvenne nel 1979, al termine di un’altra stagione straordinaria per la Ferrari, culminata con la conquista della doppietta iridata con Jody Scheckter, Gilles Villeneuve e la 312 T4.
Fu proprio in occasione della commemorazione dei trent’anni dalla scomparsa di Gilles che Giulio incontrò l’8 maggio scorso a Fiorano il figlio Jacques e tanti dei colleghi che, insieme a lui, fanno parte del Club Meccanici Anziani della Formula 1, l’associazione da lui fondata nel 1988.
Giulio ha continuato ad essere attivo in tanti eventi automobilistici internazionali ed è stato responsabile della commissione tecnica del Ferrari Shell Historic Challenge dal 2000 al 2008. La sua immensa conoscenza delle automobili da corsa lo hanno reso un punto di riferimento per tutti coloro che condividono la passione per queste vetture e per la storia sportiva di un’eccellenza italiana nel mondo.