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E' morto Ferdinand Piëch. Austriaco, l'imprenditore è spirato domenica 25 agosto a Rosenheim ma la notizia è arrivata nelle redazioni di tutto il mondo la sera del giorno successivo. Presidente del CDA Volkswagen dal 16 aprile 2002 al 2015, Piëch è uno dei nipoti di Ferdinand Porsche: la madre, Louise Porsche sposò infatti l'avvocato viennese Anton Piëch e da quell'unione nacque il 17 aprile del 1937.
Un mito assoluto dell'auto, in grado di far progredire il Gruppo Volkswagen al colosso automobilistico di oggi attraverso idee geniali in termini di meccanica ma anche di strategia aziendale con curiosità che, come spesso accade per questi personaggi, sfociano nella leggenda: una di queste è l'acquisizione del brand Ducati da parte del Gruppo (via Audi) come 12esimo brand del Gruppo "automotive" per dare seguito all'ambizione di "regalare" un brand ad ogni ogni figlio avuto nelle quattro relazioni della sua vita. In realtà i marchi del Gruppo sarebbero 13 perché oltre a Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, Ducati, Lamborghini, Bentley, Bugatti e Porsche sono presenti anche i veicoli commerciali leggeri e pesanti di Volkswagen Commercial Vehicles, Scania e MAN e naturalmente i servizi finanziari collegati.
Un'azienda che è stata più di ogni altro componente della famiglia, dopo Ferry Porsche, un motivo di vita tanto da laurearsi nei primi anni 60 in ingegneria meccanica al Politecnico federale di Zurigo con una tesi sullo sviluppo di un motore da F1. Una dedizione che si dimostra, oltre che sullo studio, anche sul lavoro: nel 1963 entra in azienda (Porsche) a Zuffenhausen con la carica di responsabile dello sviluppo, poi dal 1971 assume l'incartico di direttore tecnico.
Nel 1972, però, la scelta di Ferry Porsche e Louise Piëch di togliere da ogni tipo di carica dirigenziale gli appartenenti alla famigla costringe Ferdinand ad aprire un proprio studio di progettazione che lo porterà in quella che in realtà era già una sussidiaria del Gruppo Volkswagen (AUDI) prima come caporeparto dello sviluppo tecnico e poi nel CDA dell'azienda di Ingolstadt che poi lo vedrà Amministratore Delegato dal 1975. Sotto Piëch Audi inizia a tracciare le linee guida del futuro che si riveleranno vincenti: la trazione integrale Quattro ed il moore a gasolio con tecnologia TDI.
Nel 1993 viene nominato successore di Hahn come presidente del CDA Volkswagen e lì decide di mettere Jose Ignacio Lopez de Arriortua a capo di un programma in grado di tagliare e risanare i costi aziendali. In realtà per il manager proveniente da GM le porte dell'azienda si chiudono già nel 1996 con l'accusa di spionaggio industrale.
Nel 2002 Piëch passa al controllo dell'azienda assumendo la Presidenza del Gruppo. Allo stesso tempo assume cariche di controllo della società anche in Porsche che nel 2005 diventerà proprietaria del 21% delle azioni con diritto di voto di Volkswagen. Pacchetto che creasce al 31% nel 2007 per poi salite di altri 20% nel 2008...anno in cui annuncia le proprie dimissioni dall'organo di controllo di Porsche come reazione alle accuse di conflitto di interessi.
Comproprietario di Porsche Holding OHG e Porsche di Stoccarda (13% del capitale azionario) Piëch è stato uno degli uomini più ricchi e potenti di Germania ufficialmente ritiratosi da ruoli dirigenziali dell'azienda nel 2015.
Muore il 25 agosto 2019 dopo aver contribuito in modo sostanziale alla creazione di un Gruppo da 10 milioni di auto l'anno.