E-commerce e consegne a domicilio “fast”? Più traffico e inquinamento

E-commerce e consegne a domicilio “fast”? Più traffico e inquinamento
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E’ quanto rileva uno studio del World Economic Forum, secondo il quale bisognerà investire in veicoli autonomi ed elettrici e consegne notturne per reggere l’impatto sulle città del commercio elettronico
17 gennaio 2020

Agli albori del boom dell’e-commerce e delle consegne “fast” a domicilio si diceva che avrebbero ridotto il traffico e l’inquinamento, evitando ai clienti di doversi spostare per recarsi in negozio ad acquistare. Dopo dieci anni uno studio del World Economic Forum rivela che non è affatto così.

Nello scorso decennio, ed in particolare dal 2014 al 2019, le vendite dell’e-commerce e quindi le consegne cosiddette “dell’ultimo miglio” sono triplicate per una serie di fattori: l'urbanizzazione e il crescente potere d'acquisto della classe media, una base clienti in aumento in tutto il mondo, una gamma più ampia di prodotti che possono essere acquistati online e l'emergere di nuovi modelli di business digitali, nonché i progressi tecnologici nei settori della consegna, che consentono un recapito ormai quasi immediato.

Il WEF calcola che senza prendere alcuna contromisura, nelle maggiori 100 città del mondo il numero di consegne entro il 2030 aumenterà del 36%. In questo settore, le consegne in giornata e immediate sono i segmenti in più rapida crescita, con un tasso di crescita di ben il 36% e del 17% all'anno.

Tutto ciò però ha un costo, perché di conseguenza, le emissioni inquinanti derivanti dal traffico delle sole consegne aumenteranno del 32% e la congestione aumenterà di oltre il 21%, pari a ulteriori 11 minuti di tragitto giornaliero per ogni utente della strada, ogni giorno. Si tratta di una stima allineata al recente passato: in città come Los Angeles, Chicago, Pechino e New York, i tempi di percorrenza dal 2010 ad oggi sono aumentati in una percentuale compresa tra il 20% e il 35%.

La soluzione, secondo gli analisti del World Economic Forum, sarebbe una radicale trasformazione sia delle politiche di logistica che delle tecnologie impiegate. Questi investimenti includono una completa transizione verso veicoli elettrici possibilmente autonomi, non esclusi oggi strumenti considerati ancora futuribili come i droni, consegne notturne, installazione e manutenzione di armadietti pubblici per i pacchi nonché la creazione di appositi negozi di consegna e ritiro multimarca. Il tutto per un investimento complessivamente stimato in ben 11,5 miliardi di euro in 10 anni.

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