Quella della spina al posto del tappo serbatoio è dittatura?

Quella della spina al posto del tappo serbatoio è dittatura?
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Bio-carburanti e lavoratori soffrono troppo per colpa dell’elettrico imposto? Una nuova analisi degli esperti sulle problematiche determinate dalla corsa sfrenata verso l’auto con spina
27 ottobre 2021

Dal #FORUMAutoMotive 2021 ancora opinioni, serie, sulla spinta ideologica che rischia di creare danni all’interno di una transizione che dovrebbe rappresentare un’opportunità. Il tema “Mobilità e ideologia: la via elettrica di Bruxelles” è stato affrontato con una serie di talk show, con relatori in rappresentanza di tutte le posizioni, alla ricerca di risposte concrete.

Si sono letti i dati dell’ultimo focus sull’industry AlixPartners. Evidente il recupero dei volumi, con tassi di crescita e pil buoni, soprattutto in Cina e America, dove la domanda è forte. Diversa è la situazione in Europa, a causa di una ripresa in calo negli ultimi mesi. Purtroppo, domina l’incertezza, in un quadro macroeconomico che avrebbe supporto una ripresa più forte, ma deve fare i conti con i blocchi delle forniture di materie prime. Rimane anche il nodo di un’infrastruttura che dovrebbe crescere del 30 per cento ogni anno fino al 2030: una sfida davvero importante, che può essere sicuramente aiutata da un PNRR stimolante”.

Con il primo talk show, affrontato il nodo della crescente produzione di auto elettriche, che per essere vendute necessitano di incentivi sostanziosi. Peraltro, in un mercato nel quale l’offerta è sempre più composta da superar e ammiraglie elettriche, costose e quindi in contrasto con la necessità di rendere più “pulito” il traffico nella grandi città.

Andrea Crespi, Direttore Generale di Hyundai Italia: “Hyundai sta affrontando le sfide reali della mobilità e la sua trasformazione in fornitore di soluzioni di mobilità smart. In linea con la sua brand vision "Progress for Humanity", Hyundai è l’unico costruttore ad aver sviluppato tutte le motorizzazioni elettrificate e propone già la più ampia gamma di soluzioni green sul mercato: dal mild-hybrid al full electric passando per full-hybrid e plug-in hybrid fino ad arrivare al fuel cell. Ogni tecnologia è in grado di soddisfare i diversi bisogni di mobilità a basse/zero emissioni. L’obiettivo è diventare uno dei primi tre fornitori di veicoli elettrici in Europa entro il 2025”.

Michele Crisci, Presidente di Volvo Car Italia: "Volvo ha scelto la strada dell'elettrificazione e lo ha dichiarato in maniera esplicita già da tempo. Abbiamo obiettivi ambiziosi, come ad esempio avere alla volta del 2025 un mix di vendita globale fatto per il 50 per cento da vetture elettriche e per l'altro 50 per cento da veicoli ibridi, dunque comunque elettrificati. E per il 2030 le vetture full electric dovranno costituire la totalità delle nostre vendite. Questo significa sfide importanti per i mercati e specialmente per l'Italia, che ha nella carenza infrastrutturale una delle condizioni più penalizzanti per la diffusione delle auto elettriche. Per questo, con il progetto Volvo Recharge Highway, Volvo Car Italia insieme ai concessionari della rete Volvo in Italia si impegna anche nella realizzazione di stazioni di ricarica fast-charge sul territorio nazionale. Stazioni che tra le altre cose non sono destinate solo a clienti Volvo”.

Enrique Enrich, Presidente e Amministratore Delegato di Italscania: “In Scania abbiamo iniziato il cammino verso l’elettrificazione spinti dalla nostra volontà di innovare. Noi per primi siamo convinti che non esista una soluzione unica in grado di rispondere alle necessità di tutti gli operatori del settore e, per questo, la nostra offerta comprende veicoli con diverse tipologie di propulsione, differenti prodotti tra loro complementari e non sostitutivi. Ogni nostra proposta, infatti, non è universale ma mirata a risolvere determinate sfide, all’interno del complesso panorama del trasporto, oggi più che mai vincolato a specifiche esigenze di sostenibilità dei mezzi”.

Fabrizio Faltoni, Presidente e AD di Ford Italia: “La rivoluzione in atto su tre colonne come l’F150, la Mustang e il Transit è la conferma che Ford crede fortemente nell’elettrificazione, giudicata necessaria e irreversibile. E confermata dal fatto che nel 2030 la proposta da parte nostra sarà al 100 per cento elettrica. Siamo sicuri che il mercato apprezzerà la qualità e il piacere di usare un’auto elettrica, e questo contribuirà sicuramente a far crescere le vendite”.

Daniele Maver, Presidente e Amministratore Delegato di Jaguar-Land Rover: “Il passaggio è rivoluzionario e irreversibile. Ciò significa che inevitabilmente si troveranno le risposte ai problemi legati alle forniture di energia. Il cambiamento climatico che stiamo vivendo è qualcosa di concreto, con il quale dobbiamo fare i conti, e la strada intrapresa, con tutte difficoltà da risolvere, è l’unica percorribile. Purtroppo le autostrade hanno ostacolato a lungo installazione colonnine e ora si procede comunque a rilento. In ogni caso andrà rivisto piano energetico nazionale”.

Massimo Nalli, Presidente di Suzuki Italia: “La transizione alla produzione sostenibile di energia va affrontata scientificamente, tralasciando le prese di posizione ideologiche, realizzando una rampa graduale di accesso per l’industria e per gli individui a nuove tecnologie e soluzioni e non affrontandola con alti scalini difficilmente superabili. Il rischio è di creare un modello potenzialmente efficace, ma non realizzabile”.

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Dittatura o no?

Il secondo incontro è entrato nel cuore di una transizione forzata che divide, al punto da poter essere sintetizzata in “dittatura della spina”.

Veronica Aneris, Direttrice T&E Italia: "La transizione alla mobilità elettrica è cruciale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e non può più essere rimandata. La buona notizia è che stiamo assistendo a enormi investimenti e innovazione in tutta Europa e le auto elettriche saranno presto più economiche di quelle a combustione interna. La transizione verde sarà anche un potente motore per la creazione di nuovi posti di lavoro, ma per essere giusta va accompagnata dando la priorità ai programmi di riqualificazione per fornire ai lavoratori le competenze necessarie e implementando le politiche necessarie per non lasciare indietro nessuno".

Daniele Bandiera, Amministratore Delegato di IP: “L’importante è avere una visione allargata sul tema, perché la vicenda deve essere affrontata anche in ottica industriale, altrimenti è un pasticcio. I divieti mettono in difficoltà industria e lavoro, non servono profeti, ma persone concrete che possano definire scientificamente le priorità”.

Roberto Benaglia, Segretario Generale FIM-CISL: “Siamo consapevoli che la frattura di 18 mesi che abbiamo alle spalle ha accelerato la transizione. Ma la sostenibilità deve essere socialmente sostenibile. Solo per fare un esempio, oggi i lavoratori metalmeccanici sono 270mila, per 60mila di questi il posto di lavoro è seriamente a rischio. Da subito si deve dire che serve un fondo per la decarbonizzazione a sostegno di aziende e lavoratori. Non dimentichiamo che in Italia abbiamo una filiera di componentistica forte nel mondo, che con certe prospettive è destinata a sparire. Il populismo degli anni Venti del 2000, con aumento bollette e altre criticità è in agguato, ed è una malattia dalla quale dobbiamo stare distanti”.

Daniele Lucà, Senior Vice President di Global Sustainable Mobility Snam: “Il biometano è una fonte energetica 100 per cento sostenibile, che consente di ridurre le emissioni di CO2 non solo nei trasporti, ma anche in agricoltura. Dobbiamo ricordarci che sulle strade non abbiamo solo auto, ci sono per esempio i bus, con un parco circolante che in media ha un’anzianità di 12 anni, 5 anni il più rispetto all’Europa. Il biometano è a tutti gli effetti una risposta concreta per trasporto passeggeri e merci”.

Carlo Mannu, Business Development & Institutional Affairs, Bosch: “Vediamo una mobilità sempre più rispettosa dell’ambiente, ma anche accessibile e attraente, non da ultimo, alla luce degli obiettivi ambiziosi fissati dall'UE. Per raggiungere questo obiettivo, Bosch continua a perseguire un approccio tecnologicamente neutro, offrendo soluzioni rispettose del clima in tutto il mondo per tutti i tipi di mobilità, in linea con i requisiti dei diversi Paesi”

Marco Rollero, Vice Presidente Gruppo Componenti ANFIA e Vice President SCM Worldwide - Eaton: “La transizione all’elettrificazione della mobilità ha diverse facce. Si potrebbero distinguere una transizione politica - quella dei target da raggiungere, che si fa a parole sull’onda della rivoluzione green - e una transizione di mercato, molto più complicata perché vede intersecarsi le dinamiche dell’offerta, spinte dai diktat normativi, e la graduale evoluzione della domanda, dove il market uptake dei veicoli elettrici è legato a una molteplicità di fattori. Occorre riflettere sul fabbisogno nelle grandi città, dove i veicoli elettrici possono effettivamente dare un contributo notevole al miglioramento della qualità dell’aria, ma dove l’infrastrutturazione può risultare più lenta e complessa man mano che la domanda cresce, a confronto con aree meno densamente popolate, dove ricaricare la vettura può risultare più agevole, ma il beneficio complessivo è inferiore. A livello europeo, gli investimenti in infrastrutture di ricarica non tengono il passo con l’incremento di mercato dei veicoli elettrici: siamo a circa 340.000 stazioni di ricarica, mentre per raggiungere i target UE sulla decarbonizzazione ne servono 1,3 milioni (pubblici) entro il 2025 e 2,9 milioni entro il 2030”. 

Mario Verna, General Manager di Queen Car Torino: “Quella che stiamo vivendo è una nuova rivoluzione industriale, diventata ossessione per tutti. Proposta come imposizione politica, non aiuta. Il concetto in sé rappresenta un’opportunità, ma per il cliente la situazione è confusa. Le auto si sostituiscono in media ogni 13 anni e il cliente si trova di fronte a limiti e difficoltà: con difficoltà di orientamento e costi che non aiutano”.

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