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Noi saremo anche molto appassionati, anzi “malati” di Motorsport, e lo scorso weekend io ed Emiliano #MasterPilot Perucca Orfei ci siamo davvero esaltati a raccontarvi il round finale di Hockenheim ma, ad essere onesti, nemmeno il miglior sceneggiatore avrebbe potuto scrivere un copione migliore, che spettacolo…
Cominciamo doverosamente da Gary Paffett: 185 volte al via nel DTM, due titoli, 24 vittorie, 48 podi e 17 pole position. Possono bastare? In questi quindici anni, a parte questi numeri spaventosi, ha lasciato il segno come pochi altri in questo campionato: Paffett è un pilota che non molla mai, che riesce ad ottenere sempre il massimo da ogni situazione, anche la più critica, sull’asciutto e anche con la pioggia, e se ogni cosa funziona bene sono dolori per tutti, perché di sicuro è là davanti a giocarsi la vittoria. E lo ha dimostrato anche quest’anno, soprattutto in quest’ultimo weekend. A Hockemheim, con un finale degno delle migliori favole, conquista quel secondo titolo che aspettava da ben 13 anni. E cosa c’è di meglio che poter chiudere così questi quindici anni con la Casa della Stella a tre punte dopo una splendida battaglia terminata all’ultima gara?
Non tutti conoscono la sua storia nel DTM: debuttò nel 2003 con la mitica AMG-Mercedes CLK e l’anno successivo, nella sua prima stagione completa, ottenne subito il secondo posto e l’anno successivo conquistò il suo primo titolo. In questi giorni ha confessato che all’epoca si era convinto che fosse un campionato facile e avrebbe fatto la collezione di titoli. E invece, a parte l’anno sabbatico del 2006, nel quale fece il test driver di F1 per McLaren Mercedes, nella stagione successiva tornò subito nel DTM e non fu per niente facile: arrivò secondo per ben tre volte, nel 2009, 2010 e 2012. Ma il fuoriclasse d’oltremanica ha continuato a crederci, ha stretto i denti e, sostenuto dal team che ha sempre continuato a dargli fiducia, quest’anno con una macchina estremamente competitiva ha realizzato questa grande impresa.
La Mercedes-AMG C63 si è rivelata micidiale soprattutto in qualifica, che Paffett considera il fattore chiave di questa stagione, nella quale ha conquistato ben 5 pole position ed è partito 8 volte dalla prima fila.
A proposito di qualifica, Gary ha definito quella di domenica scorsa la migliore della sua carriera: non ha fatto la pole e nemmeno il giro più veloce della sua storia ma il terzo tempo ottenuto è stato determinante.
Aveva già fatto un gran giro ma glielo avevano cancellato per aver oltrepassato i fatidici track-limits: a quel punto giù tutto, flat out, già di traverso alla prima curva, ha cercato di fare al meglio il resto del giro, consapevole che non poteva permettersi alcun errore.
E così poi, partendo dalla seconda fila, è riuscito a difendere il terzo posto per l’intera gara: era fondamentale terminarla nei primi quattro per non cedere il titolo all’indiavolato Rast. In modo intelligente ha gestito la corsa, riducendo al minimo i rischi, pur dovendo anche gestire gli pneumatici, che alla fine del primo stint e anche con il secondo set non gli hanno mai consentito di reggere il ritmo di Wittmann e Rast, con un degrado importante delle gomme posteriori.
Nel finale ha visto negli specchietti anche l’arrivo minaccioso delle Audi di Müller e Frijns e, inoltre, ha confessato di essersi distratto un po’ troppo pensando che erano gli ultimi giri della sua carriera nel DTM, rischiando così un testacoda. Non male…
Paffett è un grandissimo pilota, duro in gara ma comunque corretto, sempre molto rispettoso dei propri avversari, in pista e anche fuori, ed è così che negli anni si è guadagnato la stima dei colleghi, tutti d’accordo sul fatto che abbia veramente meritato questo titolo.
In questi giorni sono a Valencia per i test pre-stagionali della Formula E e il pilota britannico è qui per cominciare questa sua nuova avventura con HWA Racelab (quindi rimane in orbita Mercedes Benz): parlando con lui, sono bastati due minuti per percepire lo stesso entusiasmo di mettersi di nuovo alla prova in questa inedita sfida e la consueta dedizione per raggiungere il top. Non sarà facile ma Gary, lo ha dimostrato, non molla mai…
Mercedes-AMG ha fatto il tris e, anche in questo caso, ha chiuso alla grande la sua storia di 30 anni con il DTM, conquistando titoli piloti, Costruttori e team. A confermare una tradizione che vede il brand come il più vittorioso nella storia del campionato; tra i piloti che hanno contribuito maggiormente a tutto questo ci sono: Bernd Schneider (5 titoli e 43 vittorie in carriera, nessuno come lui), Klaus Ludwig, Paul Di Resta, Pascal Wehrlein e ovviamente Paffett.
Peccato per Paul Di Resta: arrivato da leader della classifica, ha vissuto un weekend estremamente negativo e ha chiuso la stagione al terzo posto, sopravanzato anche da Rast. Ma nulla potrà mettere in discussione il talento del campione del 2010 e l’ottima stagione che lo ha visto brillare per la costanza di risultati. Ora che Mercedes Benz ha abbandonato il DTM, è difficile capire se lo vedremo ancora qui, ma intanto quest’inverno correrà con un prototipo LMP2 del team United Autosports nell’Asian Le Mans Series 2018/2019. Dopo il suo debutto su un prototipo dello stesso team anglo-americano alla 24 Ore di Daytona, in un equipaggio dove c’era anche Bruno Senna, ha corso nell'IMSA a Sebring e Watkins Glen, facendo poi il suo esordio anche alla 24 Ore di Le Mans. Ora condividerà una Ligier JS P2 con Phil Hanson e debutterà a Shanghai il 25 novembre.
Chi invece continuerà a correre nel DTM e ha ancora una grande fame di successi è René Rast, autore di un’incredibile stagione, con sei vittorie di fila, sette in tutto. Considerato che dopo 9 gare il campione 2017 era 15° in classifica e staccato di 104 punti, è riuscito a raccoglierne 100 e chiudere la classifica al secondo posto, a soli 4 punti dalla vetta e dal secondo titolo consecutivo. Non ha mancato di ringraziare i compagni di squadra che lo hanno generosamente aiutato in questa fantastica rimonta, in una stagione cominciata con enormi difficoltà per Audi e terminata in grande stile grazie al nuovo recordman del DTM. Rast ha riconosciuto il merito di Paffett e Mercedes-AMG, capaci di essere competitivi fin dall’inizio della stagione, mentre loro hanno dovuto purtroppo rincorrere, ma che rincorsa e quante emozioni in queste ultime gare…
Se ci siamo divertiti così tanto durante questa stagione il merito è anche di BMW e dei suoi piloti: il loro punto debole è da individuare nella mancanza di continuità, di costanza di risultati. A inizio stagione, proprio nel round d’apertura a Hockenheim, si erano rivelati molto competitivi con le nuove M4, in particolare con Timo Glock, protagonista di un bellissimo duello con Paffett. Sono stati forti ancora al Lausitzring e a Norisring, e poi sono piombati in una crisi di metà stagione, che li ha visti perdere terreno e spesso in affanno rispetto agli avversari. Nel finale di stagione hanno mostrato di nuovo segnali positivi al Nürburgring e poi nelle ultime due gare di Hockenheim hanno ritrovato la competitività, con tutti e sei i propri piloti arrivati a punti nella gara finale, per la prima volta nell’intera stagione.
Il loro migliore pilota del 2018 è Marco Wittmann: il due volte campione del DTM ha chiuso bene con la sua prima pole position della stagione alla domenica e il secondo posto nella gara conclusiva. Termina così al quarto posto in classifica. L’austriaco Philipp Eng è invece il miglior “rookie dell’anno”: 9° posto assoluto per il giovane esordiente della Casa di Monaco, grazie anche a due podi e una pole position. E comunque, nonostante la forte pressione di Audi Motorsport nell’ultima parte della stagione, BMW mantiene il secondo posto tra i Costruttori, con 24 punti di vantaggio sugli avversari.
E ora tutti pronti a preparare la stagione 2019: nuovi regolamenti, nuove auto e anche inediti circuiti nel calendario. E poi ancora l’arrivo di Aston Martin e dei team privati, a cominciare da WRT che schiererà le nuove “belve” della Casa degli Anelli. E a questo proposito Audi Sport e BMW stanno già sviluppando i nuovi propulsori due litri quattro cilindri turbo che apriranno una nuova era del DTM. L’unica cosa certa è che non cambierà il nostro entusiasmo per questa serie, che ci ha sempre fatto divertire come poche altre. #weloveDTM