Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Nessuno sa davvero quando finirà, il dramma del Covid-19. Nessuno sa quanto toccherà il mondo dell’auto ancora. Tutti però vedono l’agitazione dei mercati finanziari e il crollo dei titoli azionari per le Case auto, con la filiera intera. VW, BMW e Daimler come grandi gruppi; Tesla con le elettriche, i poveri asiatici che primi hanno sofferto il coronavirus anche nei mercati locali? Difficile dire chi è messo meno peggio, tra tutti.
Contrariamente a quanto si pensi, non si salvano i marchi top. Se è vero che la Ferrari resta la Ferrari e non solo in quelle zone il Covid-19 ha picchiato forte, innegabile il calo delle azioni del Cavallino: circa -30% in due settimane (mentre scriviamo quotazione 115 euro, a fine febbraio oltre 167 euro). Oltre oceano Elon Musk è abituato alla volatility. Oggi Tesla quota al NASDAQ 550 dollari, a fine febbraio erano oltre 900: un’altalena. Toyota è a 6.3 dopo esser stata a 7.9, “solo” 20% di caduta nel breve. FCA pagava già a fine 2019, nel sussulto dell’inatteso e non amatissimo da tutti matrimonio con PSA. Il massimo di 14.8 euro dell’inverno, si è tramutato in un minimo a 7.7 per la "vecchia Fiat": calo addirittura vicino al 50%.
Gli inventori dell’auto di Daimler, gente che ha dei piani lungimiranti e spalmati sia nel tempo sia nei settori complementari alla mobilità fatta di altro che dei motori, cade similmente: ai picchi di quotazione di 52/53 euro dell’inverno, si affiancano le cifre dimezzate di oggi, 25 euro. Proprio loro che ci avevano sempre “visto lungo”. Sorte simile ai rivali stanno seguendo i titoli della VW.
Di consigli per i risparmiatori ora non ce ne sono certo troppi, da chi si intende di auto. Dimenticando scherzosamente la paura un momento, sovviene il buon Artemio di Pozzetto "ragazzo di campagna" che fece l'affarone con le Canistracci Oil. Sono delle Canistracci le Case auto in Borsa oggi? Magari! Ingolosiscono, chi ha modo di saziarsi, certi acquisti mediati su valori bassi del genere, ma spaventa il percorso senza certezza del momento. Se ci si basasse sui carmaker cinesi, il dramma appare meno pesante, molto meno. Ma l’Europa, il mondo, non sono la Cina, non solo il suo mercato, non certo la sua capacità produttiva.
Ai “malati” del Rosso in senso buono, che vedono anche nelle corse la spinta verso azioni Ferrari a basso costo, ricordiamo che non basterebbe l’arrivo di Hamilton a rinvigorire una F1 messa KO prima ancora del gong di inizio stagione 2020.