Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
In quasi un’ora di discorso di presentazione del suo Governo rivolto ai senatori, che come prassi anticipa le dichiarazioni di voto dei diversi gruppi politici prima di procedere alla conta della maggioranza, Mario Draghi ha toccato diversi punti che riguardano direttamente il tema della mobilità.
Nessuna sorpresa, visto che gli argomenti legati a sostenibilità e lotta ai cambiamenti climatici sembrano entrati nell’agenda del nuovo Esecutivo in maniera importante, come dimostra l’istituzione del nuovo dicastero riservato alla Transizione Ecologica.
Nell’illustrare le linee programmatiche del nuovo Governo, Draghi ha dato ampio spazio alle tematiche legate alla sostenibilità, con riferimenti diretti alla mobilità elettrica, all’idrogeno ed alle fonti rinnovabili, collegandosi alle prossime opportunità del Recovery Plan, prefigurando una sorta di prossimo Rinascimento nazionale nel segno del progresso ad impronta green.
«La risposta della politica economica - ha detto Draghi nel suo intervento - ai cambiamenti climatici e alla pandemia in corso dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso al capitale e al credito per le imprese capaci di crescere e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create».
Citando poi le grandi opportunità legate al Next Generation EU, Draghi ha focalizzato l’attenzione sulle fonti rinnovabili associate alla mobilità green: intanto confermando che le missioni del Programma di ripresa e resilienza, riguardanti l’uso dei 210 miliardi in arrivo dall’Europa, saranno di fatto quelle elaborate dal Governo Conte 2, quindi con una specifica per la mobilità sostenibile.
Da lì si parte, ma per andare oltre: «Nelle prossime settimane - ha detto ancora Draghi - rafforzeremo la dimensione strategica del Programma, in particolare riguardo agli obiettivi relativi alla produzione di energia da fonti rinnovabili, all’inquinamento di aria ed acque, alla rete ferroviaria veloce, alle reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, alla produzione e distribuzione di idrogeno, senza dimenticare digitalizzazione, banda larga e reti di comunicazione 5G. Ma non basterà elencare progetti da completare nei prossimi anni: dovremo dire dove vogliamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050, anno in cui l’Unione europea intende arrivare al traguardo di zero emissioni di CO2 e gas clima-alteranti».