Dove vanno a finire le auto a benzina e diesel che (in teoria) nessuno vuole?

Dove vanno a finire le auto a benzina e diesel che (in teoria) nessuno vuole?
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L'elettrificazione non è per tutti: i marchi cinesi, già in testa per la produzione di auto ricaricabili, hanno ancora una bella fetta di guadagno nei paesi che non puntano all'elettrico.
2 gennaio 2025

Il processo di elettrificazione dell'industria automobilistica procede a ritmi spediti, nonostante qualche recente battuta d'arresto dettata da vendite in calo e altri problemi strutturali dei grandi colossi del settore delle quattro ruote. Eppure, a differenza di quanto non si possa pensare, la classica auto a benzina/diesel (ICE) non dovrebbe essere considerata un fossile da esporre in qualche museo. Al contrario, la produzione dei veicoli a combustione interna non è cessata. Semplicemente, tocca altri mercati, altre regioni, altri Paesi. Per capirlo basta guardare la Cina, il più grande esportatore di automobili del mondo. Secondo i dati della società di ricerca Rho Motion, lo scorso novembre Pechino ha rappresentato, da sola, il 70% di tutte le vendite di Ev del pianeta. Sarebbe tuttavia un grave errore pensare che il gigante asiatico produca soltanto auto elettriche. Intanto perché c'è ancora una buona percentuale di cinesi che guarda ancora – seppur timidamente – ai motori a combustione. E poi, soprattutto, perché il Dragone esporta auto col motore termico in mercati che ancora devono abbracciare in toto gli Ev. Quali mercati? Quelli di Medio Oriente, America Latina e, in costante crescita, Russia.

Cina: non solo auto elettriche

Ma torniamo alla Cina. La scorsa estate, gli analisti di EV Volumes hanno stimato la quota di mercato per auto elettriche pure (BEV) e ibride plug-in (PHEV) del Paese asiatico intorno al 47% (contro il 35% del 2023). Detto altrimenti, vuol dire che oltre la Muraglia quasi un'auto nuova su due è ricaricabile. Altri dati: secondo una ricerca di Marklines nel 2020 il 94% di tutte le nuove auto nel mercato cinese delle autovetture era ancora alimentato da carburanti convenzionali (benzina o diesel), mentre, nella prima metà del 2024, la quota era scesa al 59%, ulteriormente ridottasi nei mesi a venire. Il quotidiano tedesco Handelsblatt ha scritto che, sempre nella prima metà del 2024, le vendite di motori a combustione in Cina sono crollate del 12% (775.000 unità), mentre quelle di BEV e PHEV sono aumentate del 38% (1,1 milioni). C'è ancora, dunque, in Cina un bacino rilevante costituito da ICE, la cui domanda dovrebbe attestarsi non sotto i 10 milioni di auto secondo il Council of Foreign Relations (al netto di una capacità produttiva di ICE che supera le 40 milioni di unità). Un esempio? Jetour. Avviato nel 2018 da uno dei maggiori esportatori di auto cinesi, Chery Auto, questo nome è diventato uno dei marchi di veicoli utilitari sportivi in più rapida crescita del Paese, con una gamma di modelli per lo più alimentati a benzina. I suoi fuoristrada robusti continuano ad attrarre i consumatori amanti delle avventure all'aria aperta e dei viaggi su strada, e quelli dei Paesi che ancora non hanno un reale supporto per le auto elettriche. Nel 2023, le vendite di Jetour sono aumentate del 75%, raggiungendo le 315.000 unità, mentre le esportazioni sono aumentate di quasi il 150%.

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C'è ancora qualcuno che vuole benzina e gasolio

Dal momento che in Cina la domanda interna di veicoli a combustione interna si sta riducendo sempre di più, i grandi produttori del settore hanno trovato una valida soluzione per continuare a fare lauti affari con questi mezzi: esportare all'estero. Dove? Nei Paesi che ancora richiedono auto non elettriche. Nel 2023, la Repubblica Popolare Cinese ha superato il Giappone diventando il più grande esportatore di auto al mondo, spedendo all'estero 4,91 milioni tra auto e veicoli commerciali, di cui circa tre quarti a benzina. Jetour, ha scritto Bloomberg, sta vendendo bene nei Paesi del Medio Oriente, tra cui Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, dove le auto ICE dominano ancora il mercato. In Angola, sempre nel 2023, l'ammiraglia X70 Plus di Jetour è stato il modello più venduto dell'anno. E ancora: il marchio sta anche lavorando su modelli con guida a destra per accelerare l'espansione nel Sud-est asiatico. Nel mirino ci sono Indonesia, Malesia e Thailandia, dove le reti di ricarica per veicoli elettrici sono ancora carenti. Chi l'ha detto che il presente è solo per le auto elettriche? La pensa così anche il grande capo di Geely, Gui Shengyue alla guida del secondo gruppo cinese più grande: "Non puntate tutto sull'elettrico, o perderete clienti e soldi

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