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Era l’inverno del 1981 quando a Limone Piemonte, proprio all’inizio della via del Sale, Beppe Grillo al volante della sua Chevrolet perse il controllo del grosso suv americano a causa del ghiaccio, lanciandosi dall’abitacolo per non finire nel burrone che costeggiava la strada. In quell’incidente persero la vita anche tre persone – madre, padre e figlioletto di 9 anni – che erano in macchina con il comico. Oggi, a distanza di quasi 40 anni, il rottame di quell’auto è ancora lì, tra le aspre rocce delle vette che sormontano Limone. Ed è diventato meta del solito e tipicamente italico turismo del macabro. Decine di persone ogni giorno si fermano a bordo strada per fotografare l’ammasso di metallo e ruggine, tanto che il sindaco di Limone Piemonte, Massimo Riberi, ha deciso che è ora di dire basta.
“Si crea una situazione di oggettiva pericolosità – ha spiegato sulle pagine di Repubblica – I turisti si fermano sulla strada per scendere a vedere o a fotografare il rottame in prossimità di una curva, creando seri rischi per se stessi e per gli altri. Ecco perché ho deciso di contattare la segreteria di Beppe Grillo per chiedergli di provvedere alla rimozione. Possibilmente a sue spese”. Troppo pericoloso, quindi, e anche moralmente non tollerabile che il teatro di una tragedia diventi una attrazione turistica. Il fondatore e capo politico del Movimento 5 Stelle, lo ricordiamo, in quella occasione fu condannato in appello a 14 mesi di reclusione per omicidio plurimo colposo, nel 1985, dopo l’assoluzione in primo grado da parte del Tribunale di Cuneo.