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Domani è una giornata che gli Italiani molto probabilmente non riusciranno a digerire con troppa facilità. Con il concretizzarsi della grave crisi di governo innescata lo scorso fine settimana infatti non si è trovata una soluzione concreta per scongiurare l'aumento dell'IVA dal 21 al 22%, che come più volte annunciato, scatterà dal primo ottobre.
Benzina, diesel e GPL: prezzi in impennata
L'aumento dell'Imposta sul Valore Aggiunto naturalmente si ripercuoterà in maniera immediata sui prezzi dei carburanti, con i listini che aumenteranno automaticamente di 1,5 centesimi per la verde e di 1.4 centesimi per il gasolio, ma anche di 0,7 centesimi per il GPL.
Magre consolazioni...
Secondo Quotidiano Enenrgia, che ha stimato la portata dell'aumento sui carburanti, a ben vedere l'arrivo dell'IVA al 22% potrebbe essere considerato, almeno da un certo punto di vista, un vantaggio per automobilisti e motociclisti italiani. La crisi di Governo infatti, con le dimissioni in massa dei ministri del Pdl, ha impedito l'approvazione del disegno di legge che prevedeva, a copertura del rinvio dell'aumento IVA, un rincaro delle accise di 2 centesimi.
Ci ritroviamo dunque nella situazione paradossale per cui dovremmo rallegrarci dell'arrivo di un nuovo aumento sul prezzo dei carburanti, semplicemente perché ne scongiura un altro un po' più elevato (+ 1,5 cent/l invece che + 2 cent/l al litro).
120 euro in più all'anno per ogni famiglia
Secondo uno studio della Cgia di Mestre, l'aumento di un punto percentuale di IVA comporterà in media 120 euro di spese in più all'anno per ogni famiglia italiana.
Alla notizia dell'ennesimo aumento delle tasse quello che rimane non può che essere il solito quesito: come si può sperare di rilanciare i consumi, unica vera chiave per rilanciare l'economia del Paese, se si continua ad aggravare il peso della pressione fiscale indiscriminatamente? A voi la risposta...