Documento Unico: chiesta proroga di sei mesi

Documento Unico: chiesta proroga di sei mesi
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Le associazioni del comparto automotive chiedono di posticipare l’entrata in vigore del Documento Unico di circolazione e proprietà dei veicoli
5 marzo 2021

Un fronte unico e compatto, che a memoria non si ricorda: con una lettera rivolta al Ministro dei Trasporti Enrico Giovannini, le rappresentanze dell’intero comparto automotive nazionale (Anfia, Aniasa, Assilea, Federauto, Unasca ed Unrae) hanno chiesto con urgenza la proroga dei termini per l’entrata in vigore della nuova disciplina del DU (Documento Unico) di circolazione per le pratiche di immatricolazione e passaggio di proprietà dei veicoli, prevista per l’ormai prossimo 31 marzo.

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La richiesta trova ragione nel mancato inserimento nel Decreto Milleproroghe dell’emendamento che appunto conteneva la proroga per la piena implementazione del DU.
Le Associazioni motivano l’urgenza di proroga con l’impossibilità  di dare completa attuazione al processo di migrazione al nuovo sistema del “Documento Unico” entro la data finora prevista, manifestando anche profonda preoccupazione sul regolare funzionamento del relativo sistema, unita al concreto rischio di arrecare disagi agli operatori e ai cittadini, con impatti diretti negativi sul mercato dell’auto, già fortemente rallentato dalla crisi socio economica in atto.


Nella lettera, le Associazioni sottolineano la complessità della situazione poiché, seppure in fase di progressivo consolidamento e nonostante il forte impegno delle Amministrazioni (Motorizzazione e ACI/PRA) e degli Sportelli Telematici dell’Automobilista, il sistema necessita ancora di diverse implementazioni informatiche e dei necessari test di tenuta, senza dimenticare il contesto epidemiologico e di limitazioni nel quale tutti gli operatori continuano a lavorare.

Le Associazioni del settore automotive si augurano quindi che il Governo provveda ad inserire all'interno del primo provvedimento utile un opportuno e ragionevole nuovo termine, concedendo una proroga di almeno sei mesi, che possa entrare in vigore prima del 31 marzo.

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