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Audizione sul cosiddetto “Decreto Trasporti” presso la Commissione Lavori pubblici del Senato per Massimiliano Archiapatti, presidente dell’Aniasa, l'Associazione che in Confindustria rappresenta i servizi di mobilità.
Un incontro diventato urgente ed importante, per chiedere norme chiare in merito al Documento Unico: dopo il recente rinvio della sua entrata in vigore, per Aniasa occorre rendere effettiva la “svolta digitale" per i servizi ai cittadini e intervenire con una norma chiara e certa per i trasgressori del Codice del Strada alla guida di auto a noleggio.
Nel corso dell’audizione, il Presidente ha evidenziato come lo strumento del Documento Unico rappresenti un utile sistema di gestione delle pratiche automobilistiche, ma così come è impostato oggi, pone per le flotte aziendali seri problemi, focalizzati principalmente su tre aree critiche: le attuali procedure non assicurano una gestione certa delle immatricolazioni di fine mese (il 30% dei volumi) e si rischia di non riuscire a completare il processo di immatricolazione di questi veicoli in tempi rapidi; le procedure richiedono spesso l'intervento manuale degli operatori, con un allungamento dei tempi di lavorazione e un significativo aumento dei costi (+60%) e tempi più lunghi di risposta al cittadino; il trasferimento di proprietà con il cambio d’uso del veicolo a fine noleggio ad oggi non è ancora attivato nelle procedure per le flotte e questo comporta un cospicuo aumento dei tempi, fino a 10 giorni in più, e dei costi per le società di noleggio.
«È necessario avviare - spiega Archiapatti in una nota - un confronto costruttivo tra il MIT e la filiera automotive per superare le attuali criticità e rendere disponibile un servizio realmente utile a cittadini ed imprese».
Si è anche affrontato il tema delle sanzioni legate ad infrazioni commesse alla guida di veicoli a noleggio: Aniasa ha chiesto di risolvere attraverso una norma chiara e certa il problema legato alla notifica diretta da parte delle Pubbliche Amministrazioni alle aziende di noleggio, più facili da identificare, dei verbali per infrazioni al Codice della Strada commesse dai clienti.
Un orientamento giudicato pericoloso, perché rende meno sicure le nostre strade garantendo impunità ai reali trasgressori e che rischia di costare al settore, già gravemente colpito dalla pandemia, ogni anno 240 milioni di euro, a fronte di oltre 2 milioni di multe notificate.