Doccia gelata per Marchionne: GM non è interessata a fusioni con FCA

I vertici GM non sembrano interessati ad una fusione con il Gruppo FCA capitanato da Sergio Marchionne, sempre più in cerca di nuovi partner per abbattere i costi di investimento

27 maggio 2015

«I costruttori spendono un sacco di soldi per sviluppare componenti proprietarie non distinguibili dalla maggior parte dei consumaritori. Ai clienti non frega nulla quale quattro cilindri c'è nel cofano della propria macchina. I costi di Ricerca&Sviluppo stanno consumando valore ad un tasso molto più rapido rispetto ad altri settori».

GM non sembra interessata all'offerta di Marchionne

Queste parole, pronunciate nelle scorse settimane da Sergio Marchionne, numero uno del Gruppo FCA, sembravano suggerire in maniera fin troppo evidente la volontà del manager italo-canadese di condividere con altre case automobilistiche lo sviluppo di architetture, componenti e propulsori.

La doccia gelata per Marchionne però è arrivata niente di meno che dal colosso General Motors. Il primo no ad eventuali alleanze è arrivato da Mary Barra in persona, Ad della GM, ma a rincarare la dose ci ha pensato il presidente Dan Ammann, per la prima volta in Italia.

: Dan Ammann, Presidente di GM in visita al Centro Ricerche di Torino

A Torino per i dieci anni del Centro GM Powertrain, dove si sviluppano i motori diesel del Gruppo, Ammann ha snobbato i vertici di Fiat Chrysler Automobiles: nessun incontro in programma con John Elkann e Sergio Marchionne. A Piazza Affari in ogni caso il titolo di FCA ha chiuso in rialzo del 3,66% grazie a un report di Banca Imi e alle attese di consolidamento che la “gelata” di GM non ha fermato.

«Rientrare dagli investimenti? Noi ci stiamo ruscendo»

«Abbiamo definito un piano molto chiaro con obiettivi precisi e siamo concentrati sulla sua realizzazione», spiega il presidente di Gm. «Andremo avanti con le intese mirate come abbiamo fatto in questi anni con le collaborazioni con Ford, Peugeot e Honda». È stato Marchionne, secondo l'International New York Times, a scrivere a metà marzo una mail a Mary Barra, ceo di Gm, per sollecitare un incontro per discutere su una possibile fusione. L'invito sarebbe stato accolto però freddamente da Barra e dal board della casa di Detroit.

Noi abbiamo un obiettivo del 20% per il ritorno sull'investimento. Negli ultimi due anni siamo riusciti a rimanere a questi livelli

Naviga su Automoto.it senza pubblicità

1 euro al mese

Un atteggiamento confermato da Ammann che non concorda con Marchionne sulla difficoltà per le aziende del settore auto di ripagare il costo dei capitali investiti: «Noi abbiamo un obiettivo del 20% per il ritorno sull'investimento. Negli ultimi due anni siamo riusciti a rimanere a questi livelli», sottolinea. Gli analisti però continuano a considerare valida la possibilità di una fusione tra Fca e Gm e qualcuno ipotizza che Marchionne possa rivolgersi direttamente ai soci della casa di Detroit (Gm è una società con azionariato diffuso).

Avanti tutta con Opel e auto elettrica

Ammann esprime piena fiducia in Opel che «sta andando bene, è strategica» e conferma l'obiettivo del pareggio delle attività europee nel 2016. «Le condizioni di mercato stanno migliorando in Europa - spiega - e il nostro marchio Opel prosegue lungo la strada della ripresa».

Il presidente di Gm aggiunge che l'intenzione è di continuare a investire nell'auto elettrica: «Avrà un ruolo sempre più importante, abbiamo già fatto significativi investimenti e continueremo a farne in futuro». Quanto al Centro di Torino, che che iniziato con 60 dipendenti nel 2005 e ora ne ha 650 con altre 60 assunzioni previste quest'anno, l'obiettivo «è di farne una delle strutture powertrain più importanti del gruppo».

Fonte: Ansa