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Il Presidente della Repubblica ha promulgato la legge di conversione in legge del Decreto Semplificazioni che contiene diverse misure per fronteggiare le ricadute negative dell'emergenza Covid-19, ma ha al contempo espresso alcune perplessità su alcune norme in esso contenute che modificano quindici articoli del Codice della Strada.
Non tanto per il contenuto degli emendamenti, ma per il fatto che siano state inserite in una legge avente finalità diverse che è lievitata durante il passaggio parlamentare da 65 a 109 articoli. Mattarella ha esternato i suo rilievi attraverso una lettera inviata ai Presidenti delle Camere e alla Presidenza del Consiglio, nella quale fa rilevare: «Il testo a me presentato, con le modifiche apportate in sede parlamentare, contiene tuttavia diverse disposizioni, tra cui segnatamente quelle contenute all’articolo 49, recante la modifica di quindici articoli del Codice della strada, che non risultano riconducibili alle predette finalità e non attengono a materia originariamente disciplinata dal provvedimento».
In altre parole, per Sergio Mattarella le modifiche al CdS avrebbero meritato un'attenzione particolare e soprattutto un provvedimento ad hoc.
«Nel caso in esame, attraverso un solo emendamento approvato dalla Commissione di merito al Senato in prima lettura, si è intervenuti in modo rilevante su una disciplina, la circolazione stradale, che, tra l’altro, ha immediati riflessi sulla vita quotidiana delle persone. L’emendamento è stato quindi trasfuso nel più ampio emendamento interamente sostitutivo dell’articolo unico del provvedimento, testo sul quale il Governo, sia al Senato che alla Camera, ha posto la questione di fiducia.
Ho proceduto alla promulgazione soprattutto in considerazione della rilevanza del provvedimento nella difficile congiuntura economica e sociale. Invito tuttavia il Governo a vigilare affinché nel corso dell’esame parlamentare dei decreti legge non vengano inserite norme palesemente eterogenee rispetto all’oggetto e alle finalità dei provvedimenti d’urgenza. Rappresento altresì al Parlamento l’esigenza di operare in modo che l’attività emendativa si svolga in piena coerenza con i limiti di contenuto derivanti dal dettato costituzionale», ha fatto presente il Capo dello Stato.