Diversamente Ferrari: Mauro Baldi, alla scoperta dell'America

Diversamente Ferrari: Mauro Baldi, alla scoperta dell'America
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Il nostro inviato Paolo Ciccarone ripercorre la carriera di piloti che hanno lasciato il segno con la Ferrari fuori dalla F1. Dopo le esperienze nel Circus negli anni Ottanta, Mauro Baldi visse una seconda giovinezza negli USA
4 giugno 2020

Prima di approdare nel 1995 alla serie IMSA al volante di una Ferrari 333, Mauro Baldi ha calcato quasi tutti i teatri del mondo dell’automobilismo sportivo. Mauro, nato a Reggio Emilia il 31 gennaio del 1954, ha cominciato infatti nei rally nel 1972 ed è passato poi alle gare su pista nel campionato Renault 5, serie monomarca che ha visto sempre delle grandi battaglie. Emergere in queste serie significava avere talento e infatti il passo verso le monoposto fu abbastanza scontato, tanto che nel 1980 Baldi vinse anche il prestigioso GP di Monaco, nell’anno successivo arriva il successo nel campionato europeo di F.3 con una Martini del team Euroracing coi colori della Marlboro. E questo sarà il marchio col quale Baldi proseguirà la sua carriera ad altissimo livello, fino a giungere in F.1.

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Il debutto arrivò nel 1982 con la Arrows e poi, nell’83, arrivò la chiamata dell’Alfa Romeo, con la quale ottenne un ottimo quinto posto nel GP d’Olanda a Zandvoort. Nel 1984 Mauro Baldi tenne a battesimo l’arrivo in F.1 di un grande costruttore nipponico: la Honda. Fu il piccolo team chiamato Spirit a portare in pista i primi motori giapponesi e Baldi si fece carico di due stagioni di intenso sviluppo. Ma la strada del successo doveva passare ancora una volta tramite le ruote coperte. Dopo la F.1, infatti, ci fu il passaggio alla Lancia, cui seguirono esperienze al volante di Porsche, Sauber Mercedes e Peugeot, vetture sport che nel 1990 lo fecero diventare campione del mondo sport prototipi. Mauro Baldi è uno dei pochi italiani che si sia imposto nella classica 24 Ore di Le Mans, accadde nel 1994 con una Porsche condivisa col francese Yannick Dalmas e l’inglese Hurley Haywood.

Dopo il 90 e fino al 92, Mauro Baldi ha ottenuto altri risultati prestigiosi, finendo due volte terzo nel mondiale prototipi, risultato che aveva già ottenuto nelle stagioni 88 e 89 con la felice parentesi del titolo mondiale del 90. A fine 94 Baldi non seppe resistere alla chiamata oltreoceano di Gianpiero Moretti, che lo volle nell’avventura Ferrari IMSA. La “scoperta dell’America”, però, era già arrivata con la partecipazione a una gara della serie IndyCar, vetture monoposto molto simili alla F.1 seppure con filosofia costruttiva completamente diverse. L’approdo nel mondo USA con la Ferrari fu felice, ricco di risultati prestigiosi e solo per poco a fine stagione 95 mancò il titolo assoluto, concludendo però al terzo posto nel campionato IMSA con una splendida Ferrari 333 dai colori rosso corsa italiano.

La squadra, con il team Momo di Gianpiero Moretti e con gli altri team Euromotorsport e Scandia, si impose per simpatia e competitività, ma permise a Mauro Baldi di scoprire l’altra faccia del mondo americano delle competizioni, tanto che la carriera del reggiano è proseguita proprio su queste piste. Il curriculum di Mauro Baldi al proposito à molto chiaro. Nel 96 ci fu ancora la partecipazione alla serie IMSA, nel 1997 invece ci fu l’arrivo nel mondiale FIA GT, riservato alle Gran Turismo e nel 98, con la partecipazione alla serie Grand Am, arrivò anche la vittoria nella prestigiosa 24 ore di Daytona, perla da incorniciare insieme alla 24 ore di Le Mans del 94. Il resto della carriera di Baldi è proseguito su queste piste, con partecipazioni alla serie SportsCar (finì 5 nel campionato del 2002), escursioni nella ALMS e nella serie GT di questo campionato.

Le caratteristiche della barchetta Ferrari che Baldi ha guidato e portato al successo nel 1995 erano tali che si sposavano perfettamente a un pilota tecnico come il reggiano è. Questa vettura, presentata ufficialmente nel novembre del 1993, ha partecipato l’anno successivo – con scuderie private - soltanto alle gare sprint, vincendo a Road Atlanta, a Lime Rock, a Watkins Glen, a Indianapolis e a Monterey. Nel 1995, quando Mauro Baldi si aggregò al team, la Ferrari 333 SP prese parte anche alle corse di durata: fu un trionfo, che culminò nella conquista della 12 Ore di Sebring, ventitré anni dopo la vittoria di Mario Andretti e Jack Ickx. A fine stagione la Ferrari vinse pure il Campionato Costruttori Imsa, mentre Firmin Velez si aggiudicò la classifica conduttori. Con la F333 SP la storia sportiva del “cavallino rampante” si arricchisce di un’altra nobile pagina. E Mauro Baldi ha contribuito a scriverne un capitolo molto importante.

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