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Per un giovane pilota cileno la strada della F.1 era ricca di problemi e difficoltà, ma nonostante tutto Eliseo Salazar è riuscito nell’impresa di approdare alla massima categoria disputando anche un paio di stagioni, ottenendo come miglior risultato un sesto posto nel GP d’Olanda dell’81 al volante della Ensign. Eppure, agli appassionati di F.1, il nome Salazar ricorda una delle scazzottate più famose nel mondo dei GP, quando nel GP di Germania dell’82, passato dalla Ensign alla ATS, Nelson Piquet passò alle vie di fatto contro il cileno.
Accadde durante una fase di doppiaggio, Piquet superò all’ingresso della seconda chicane di Hockenheim la vettura di Salazar che agganciò la Brabham del brasiliano, mandandolo in testacoda. Piquet scese dalla macchina infuriato e cominciò a prendere a pugni lo sfortunato collega cileno .La carriera di Salazar però non è finita, tanto che nel 90 vinse il premio Sportsman of the Year della rivista Autosport, come dire che i valori di sportività, al di là dei risultati e di quello che ne pensa ancora oggi Nelson Piquet, furono notati da una giuria internazionale del settimanale inglese.
Quelle immagini sono rimaste come un marchio nella carriera di Eliseo Salazar che, quando nel 1994 ricevette l’offerta di Giampiero Moretti, non credeva alle proprie orecchie. Dopo 20 anni di assenza la Ferrari tornava nelle corse prototipo con la 333 SP e Moretti chiese a Salazar se volesse diventare parte della squadra. Eliseo accettò con entusiasmo e alla fine, nonostante il titolo piloti perso dai conduttori delle Ferrari, contribuì alla vittoria nel titolo costruttori, ottenendo tre vittorie, tre secondi posti e due quinti posti.
Fu una parentesi importante che contribuì a ridare una reputazione e immagine a un pilota che la F.1 aveva sottostimato. Infatti, dopo quella splendida stagione al volante della biposto del cavallino rampante, per Salazar si aprirono le porte della IndyCar dove corse, e finì coinvolto in un drammatico incidente, per qualche tempo ancora. Eppure a Indy Eliseo arrivò a sfiorare il podio, finendo quarto a poco dal vincitore della gara con una monoposto del team Dick Simon, mentre nel 96, sull’ovale di Orlando, nella nuova categoria IRL, Salazar rischiò seriamente al vita e per 12 mesi dovette restare lontano dalle corse.
Ma con testardaggine questo cileno, nato nel 1954 a Santiago, riuscì a vincere una gara su uno di quei circuiti ovali, a Las Vegas, sui quali stava per perdere la vita… Ma fra Salazar e gli ovali la storia resta ancora aperta, quando nel 1998 decide di partecipare alla serie IRL con una Riley&Scott: a Denver ha un altro grave incidente, sbatte contro il muro a 250 km/h e si frattura gambe e bacino. Resterà bloccato per altri sei mesi. E’ praticamente la fine del sogno in monoposto, ma la carriera prosegue nei rally raid e con il ricordo di un titolo mondiale costruttori con la Ferrari 333 SP nel 1994.