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Non fraintendetemi, non voglio umanizzare l’automobile per dare un poi carattere ai vari modelli di auto, facendo una parodia del film "Cars" della Disney, ma ragionare su quanto quest’oggetto con ruote e lamiere ci rappresenti, anche al di là delle nostre stesse consapevolezze. Sempre più spesso sento dire che molti scelgono l’auto come si farebbe per un elettrodomestico, che l’auto è diventata una commodity, e che le auto elettriche uccideranno la passione per l’auto.
Poi vedo eventi che scatenano accesi dibattiti tra le fazioni dei favorevoli e dei contrari come l’annuncio del cambiamento delle strategie produttive e di comunicazione di Jaguar. E allora mi viene da pensare che non sia del tutto vero questo modo di rappresentare l’attuale mondo dell’auto.
Certo i costruttori sono molto attenti a raccontare con i loro brand un’immagine che si addice al prodotto e ragionevolmente anche al cliente al quale questo prodotto vuole interessare, ma sarà solo colpa delle logiche economiche e industriali se le auto per essere vendute spesso fanno ricorso a rappresentazioni della realtà non proprio consistenti? Oppure qualche colpa l’abbiano anche noi?
Che l’immagine che abbiamo di noi stessi cerchi conferme nell’auto che guidiamo è cosa risaputa, ma che a volte questa idea che abbiamo di noi stessi non trovi proprio riscontro in quello che siamo davvero è altrettanto vero. E spesso l’automobile è la conferma di questa illusione, così si sprecano i casi dove l’auto usata non “ci azzecca” nulla con chi noi siamo. Fuoristrada duri e puri in mano a uomini che raramente escono dal perimetro urbano, ma che immagino di essere nella pampa Argentina. Oppure vigorosi SUV con alla guida minute ed eleganti signore che per salire sull’auto sono costrette ad arrampicarsi aiutate dal tacco 12.
Un esempio illuminante di come si sceglie un’auto non calzante alle nostre esigenze, ma tutta improntata a ciò che vorremmo essere mi viene da una storia personale. Un amico mi confidò che stava per diventare per la prima volta padre; alle mie immediate felicitazioni l'amico fece subito un’osservazione: stava pensando di sostituire l'auto in funzione del cambio di vita e di esigenze. Considerazione sensata, visto che possedeva una cabrio, che sicuramente non faceva al caso di una famiglia in crescita. Ora, che modello si auto pensate che stesse immaginando il mio amico al posto della cabrio? Chiaro, una bella coupé.
Ora, a parte il fatto che il mio primo pensiero fu che il problema non stava tanto nell'auto, ma che probabilmente il mio amico non era ancora pronto per affrontare la paternità, la storia mi ha insegnato che proprio nella scelta dell’auto vengono a galla più cose dal nostro subconscio di quanto noi stessi ammettiamo, il trasparire di un’immagine contraffatta. Ma in quanto appassionato di auto e professional del settore, dico anche che mi compiaccio di queste scelte un po' folli, vuol dire che un po' di passione per l'auto c'è ancora, magari addormentata sotto un velo di razionalità che però è pronto a sollevarsi quando arriva il modello giusto. Ciò non toglie che una bella "auto-analisi" è necessaria prima di affrontare l’acquisto della nostra prossima macchina, per evitare che al “risveglio” si scopra di aver scelto la compagna a quattro ruote sbagliata.