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In occasione del Mobile World Congress 2019, abbiamo intervistato Sebastian Grams, nuovo Chief Information Officer di Seat. Sembra un termine arcinoto ai tempi nostri, quello della digitalizzazione, anche per le auto più piccole. Eppure si evolve sempre, esponenzialmente e trasversalmente agli altri settori, esterni all’auto classica. Un ambito importante questo che satura i padiglioni della “Fira” spagnola, per le auto del presente e ancor più del domani. Già, da Barcellona si comprende come ormai il rapporto delle forze, il bilanciamento dell’interesse, il focus…. Insomma “tutto” o quasi di importante ci sia nelle nuove auto in arrivo, dipenda dal livello di digitalizzazione raggiungibile nell’insieme.
Il “ferro” e certamente i carburanti, lasciano gradualmente spazio a contenuti basati principalmente su software e connettività. Servizi che l’auto veicola a chi sia a bordo, divenendo un’interfaccia mobile, elettrificata e condivisa, non più esclusiva e chiusa in se stessa. Un marchio come Seat, generalista spesso visto come una piccola parte del colosso tedesco che lo possiede, è invece all’avanguardia, molto, su certi fronti. Più di altri marchi rivali confinati nel blasone di ricordi passati, o nelle reti di interesse per grandi gruppi diramati su più continenti. Il fatto che sia tedesco, il nuovo CIO Seat, con un trascorso in Audi, fa capire che questi argomenti e questi nuovi sistemi sviluppati in Spagna, interessano anche “a monte” e la delega a operare, a sviluppare tecnologie di frontiera per la mobilità soprattutto urbana, è piena.
MICROMOBILITA'. Grams dirige un crescente gruppo di sviluppatori software, che rendono le auto dedicate a utenti urbani sempre più customizzate nel loro software. “Sarà questa una peculiarità di Seat - ci spiega – abbiamo questa responsabilità nel gruppo VW”. Essere al Mobile World Congress 2019 non vuole dire solo conoscere i nuovi Smartphone (S10, Fold, Mate X, G8 e molti altri) ma anche scoprire tante novità automobilistiche legate al digitale, alla connettività e servizi inclusi che non si comprendono ammirando una carrozzeria o solamente guidando, concentrati. Le prestazioni che i giovani cercheranno sempre più in auto sono altre. Andando al sodo, quante Case davvero ci stanno investendo fortemente in proprio e provando soluzioni fatte in casa? Forse solo quelle che hanno davvero nuovi assunti e nuovi uffici, con tanto di prototipi che girano connessi in 5G. Allora Seat è in pole position, insieme alle più grandi Case premium.
NUOVO CENTRO. “Stiamo assumendo nuove persone presso una nuova struttura, saremo i primi a provare certe soluzioni digitali nel gruppo”. In Spagna una crescente equipe internazionale lavora per Seat, ma non solo, integrando a breve quello che è il già attivo Metropolis Lab. “Siamo noi quelli che per primi proviamo certa strumentazione, Infotainment e Applicazioni; come siamo stati i primi con Waze, Shazam o Alexa a bordo, siamo ora i primi a portare anche sulla piattaforma MEB nuovi servizi di mobilità”. La prima Seat elettrica su pianale MEB la vedremo a breve, dai Saloni come concept (el-Born) in strada però solo nel 2020.
“In realtà noi proviamo tutto grazie alla connettività di Barcellona ma ci misuriamo anche per le altre grandi città”. Al momento quello che sappiamo è che dalle parti di Barcellona, girano modelli connessi in 5G. La collaborazione con Telefonica è una collaborazione forte, che permette di fare dei piccoli passi avanti rispetto ad altri costruttori provando per davvero il 5G diffusamente, dentro le auto e quei servizi che noi invece vediamo solo ai Saloni o nei comunicati.
Macchine come la piccola Minimò e la Connected-Car, sono capaci di fare cose che altre non fanno e servono soprattutto alla sicurezza, di tutti. Auto che prevedono quello che succederà in strada, o quantomeno già vedono al nostro posto. La mobilità autonoma di quarto livello e quinto, di Seat, sfrutterà intelligenza artificiale IBM, altra collaborazione di peso, per la Casa ispanica.
Se parliamo solo di questi aspetti futuristi, senza vedere telaio, carrozzeria e fascia di segmento per la gamma attuale, viene difficile pensare che non si sia di fronte a un marchio premium. Ma quale sarà il servizio più importante sulle auto connesse in 5G? “Non lo so dire, dipende da quello che proveremo a mettere, in auto, per sicurezza ma anche intrattenimento e servizi. A Barcellona facciamo lavorare sviluppatori molto giovani, spagnoli ma anche più esperti da ogni parte del mondo. Abbiamo la fortuna di sviluppare molte di queste cose, per tutto il gruppo ed essere i primi a usarle”.
Per certo le auto su cui lavorate, quando saranno realtà avranno un altro focus rispetto a quelle di oggi. “Non so dire esattamente quando, ma di certo avremo delle macchine diverse da quelle di oggi, soprattutto per come si relazionano all’uomo. Vogliamo evolvere i punti di comunicazione, interazione, la personalizzazione di tutte le interfacce che si trovano in auto”.
Mobility Advisor è infatti un sistema già testato che offre opzioni non solo di guida, con la navigazione, ma anche di alternativa all’auto stessa. Non a caso Seat integra nel suo grande laboratorio di idee e servizi mobilità spagnolo, anche soluzioni di sharing, di gestione per mezzi pubblici o alternativi all’auto (es. scooter elettrici). In pratica una App da santificare, che dall’auto ma anche dallo Smartphone ci suggerisce e gestisce (questa la differenza con altre App) quanto serve per raggiungere una meta.
La sicurezza compie passi enormi, con l’auto connessa verso il mondo esterno e le infrastrutture, i pericoli sono visti prima che dall’uomo, nella teoria di un sistema efficiente, riducendo oltre il 50% certi incidenti urbani.
“Lavoriamo anche con Google, per avere in Cloud le soluzioni che permettono di customizzare tanto le nostre macchina; oramai l'hardware è un dato comune, sviluppato noi vogliamo fare la differenza sul resto, che è quello cui si relaziona direttamente chi siede in auto”.
“Stiamo puntando al software e ai servizi anche per aziende, per lo sharing delle nostre vetture. Nel nostro caso di visione futura, non si tratta di un cliente acquirente, unico possessore, ma di un utilizzatore della mobilità a cui vogliamo dare tutto il possibile, indipendentemente da età o esperienza di guida”.