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È uno dei rari casi in cui un CEO di grande Casa automobilistica, tra le maggiori in assoluto, viene perseguito come criminale per le sue condotte in azienda, ma in sostanza di questo si tratta, sotto vari punti di vista anche formali. L'ex amministratore delegato di Volkswagen, Martin Winterkorn, è stato pubblicamente accusato dalla corte federale di Detroit, negli Stati Uniti, per il Dieselgate. Nei confronti del 70-enne, coinvolto assieme ad altri cinque dirigenti ora in Germania, quindi tutelati da eventuale reclusione negli USA, ci sono accuse di cospirazione e violazione del Clean Air Act in merito a chiari ruoli decisionali, che emergerebbero nelle vicende delle emissioni non regolari e di cui lo stesso AD sapeva, a quanto si presume, dal 2014.
Secondo quanto riportato dalle agenzie in questi giorni, in una riunione del 2015, nonostante fossero presentate alla dirigenza le difficoltà nell’ottenere certificazioni per i motori TDI, salvo aggirando alcuni controlli, nessuno avrebbe detto nulla ma anzi, si sarebbe dato l’OK a continuare nell’eludere normative statunitensi.
Winterkorn, in carica dal 2007, si era dimesso dal ruolo di amministratore delegato nell’autunno 2015, ma pare che negli USA si voglia andare a fondo verso chi non ha rispettato le norme americane sulle emissioni, nonostante già il gruppo VW sia stato sanzionato con 4,3 miliardi di dollari e abbia dovuto attivare onerose campagne.di aggiornamento per i clienti.