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I tedeschi non scherzano mai. E quando perdono la guerra, la perdono sul serio. Negli Usa avevano combattuto un anno intero pur di non ammettere di aver sbagliato. Poi, il 20 settembre del 2015, la capitolazione e la confessione: “Abbiamo venduto in quel Paese mezzo milione di motori con software diverso da quello approvato, mentre avevamo sottoscritto l’impegno a produrre motori identici per quanto riguarda i dispositivi antinquinanti”.
Non solo hanno ammesso la frode con i consumatori, la bugia con le autorità e il reato secondo la legge americana, ma hanno anche ammesso – e potevano non farlo – di aver venduto in Europa 11 milioni di vetture diesel con centraline “compiacenti” verso gli NOx. Non come quelle americane, perché negli States i limiti degli ossidi di azoto sono la metà di quelli europei, ma quanto basta per far gridare tutta la stampa allo scandalo.
Potevano non farlo, perché in Europa c’è l’omologazione e non l’approvazione, vale a dire che fanno fede i valori di emissione misurati nell’unico esemplare sottoposto a prova e certificati al di sotto dei limiti. Valori che non vanno dichiarati, non sono garantiti e non andranno riscontrati sui veicoli venduti. Negli Usa, invece, prestazioni, consumi, sicurezza e inquinamento vanno garantiti per 100.000 miglia e possono venir controllati anche dopo la vendita.
All’indomani del caso Volkswagen, protetti dai capelli grigi e controcorrente, noi di Automoto.it, su radio e tv abbiamo replicato:
“Ma quale scandalo? Lo sapevano tutti che al banco si truccano motori e risultati. Una Casa ha confessato, ma se andate a guardare sotto il tappeto, c’è polvere in ogni stanza”. E infatti, a poco a poco, si è scoperto che tutti hanno sforato sugli NOx o sui consumi. E sono saltate fuori due verità:
Non è invece saltato fuori, almeno nelle affermazioni delle Case, che gli NOx sono un falso problema ambientale, che - se non vengono miscelati a composti organici volatili (o a benzina incombusta) - non provocano smog fotochimico, che da soli non conducono a nessuna catastrofe o attentato alla salute, che non sforano mai i limiti che possono provocare allarmi, che vengono generati in qualunque combustione con presenza di aria, anche quando si accende il gas per cucinare e - soprattutto - che non vengono prodotti esclusivamente dai motori diesel. Questo i tedeschi non lo hanno detto, così come non si sono difesi tirando in ballo disinvolture di altre Case o emissioni di altri tipi di motori. Hanno accettato tutto col capo chino. I tedeschi non scherzano mai.
La pena che sa più di gogna – o d’esempio per chi sbaglia negli Usa – è il versamento di 2,7 miliardi di dollari in tre anni a un fondo fiduciario ambientale, gestito per compensare gli effetti negativi degli NOx emessi in eccesso dalle vetture VW 2.0 TDI.
Così il giudice americano è andato giù pesante e ha condannato la Casa di Wolfsburg a ritirare le vetture incriminate al prezzo di mercato più un lauto risarcimento, oppure - se il cliente preferisce - a rimetterle a norma, con qualche (tanti) dollaro in più. Poi c’è la condanna a investire 2.0 miliardi di dollari in 10 anni per campagne e infrastrutture atte a diffondere la mobilità sostenibile (leggi: elettrica). Ma la pena che sa più di gogna – o d’esempio per chi sbaglia negli Usa – è il versamento di 2,7 miliardi di dollari in tre anni a un fondo fiduciario ambientale, gestito per compensare gli effetti negativi degli NOx emessi in eccesso dalle vetture VW 2.0 TDI. Come dire che il giudice ha calcolato la quantità di ossidi di azoto prodotti in più, i loro effetti e le misure per combatterli. I tedeschi non sbagliano mai, ma anche gli americani non scherzano.
Per inciso: i vulcani e i fulmini sono giganteschi produttori di NOx, giacché hanno qualche utilità in natura, visto che madre Natura non fa nulla per caso. Chissà se prima o poi verranno multati anche loro.