Dieselgate, Pötsch: «Minaccia per esistenza stessa Volkswagen»

Dieselgate, Pötsch: «Minaccia per esistenza stessa Volkswagen»
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Il futuro Presidente Volkswagen, Hans.Dieter Pötsch, è convinto che lo scandalo generato dal motore diesel EA 189 possa rappresentare un serio rischio per l'esistenza stessa del marchio
6 ottobre 2015

Nonostante non se ne parli con la stessa intensità dei giorni scorsi, si continua a lavorare alacremente in Volkswagen per venire a capo del più grande scandalo che la casa sia mai stata costretta ad affrontare. Nelle prossime ore, con un anticipo di qualche giorno sulla tabella di marcia, Hans-Dieter Pötsch diventerà Presidente del Gruppo di Wolfsburg; con l'estrema necessità di riacquisire credibilità agli occhi del mondo già sul piatto, gli errori ed i passi falsi da commettere sono nulli.

 

«Facendo i dovuto sforzi, l'azienda supererà questo momento.» commenta Pötsch. «La crisi, tuttavia, minaccia la nostra stessa esistenza». Saranno ore di fuoco, le prossime, con il manager chiamato a far chiarezza innanzi alla Germania intera: sono, infatti, oltre 2.8 milioni le vetture che necessitano di un richiamo circolanti nella nazione tedesca.

 

Intanto, le indagini interne sono ben avviate e proseguono con rigore teutonico. A quanto si apprende, sarebbero una decina i manager che dovrebbero essere epurati nei prossimi giorni. Sono decisioni urgenti e necessarie da prendere, anche per via di quanto avvenuto in borsa nell'ultimo periodo. Dal massimo storico raggiunto dalle azioni in luglio, con un valore unitario stabilito in 253 euro, si è arrivati ad un deprezzamento di quasi il 65%, con una perdita di svariati miliardi di euro di capitalizzazione.

 

«Vogliamo dire soltanto una cosa: faremo il possibile per riconquistare la vostra fiducia» si leggeva a caratteri cubitali sui principali quotidiani tedeschi di ieri. Anche Angela Merkel, Cancelliera di Berlino, si è espressa nelle ultime ore sulla vicenda. «Credo che la reputazione dell'industria tedesca non sia stata scossa al punto da non considerare più la Germania un luogo adatto per fare business», mentre di segno opposto è Martin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo: «È difficile credere al livello di negligenza e possibilmente di intento criminale che è stato riscontrato. Quanto successo, un grave colpo all'economia tedesca nel suo insieme.»

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