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Se per i motori TDI europei coinvolti nel “Dieselgate” la soluzione è già stata trovata e approvata dalle autorità tedesche, negli USA la corsa ai ripari di Volkswagen è ancora in corso. Nonostante siano passati mesi dall'avvio delle discussioni tra il costruttore tedesco e l'EPA, l'agenzia federale americana che ha scoperto il “trucco” con cui Volkswagen mascherava i quantitativi di NOx emessi non ha ancora approvato il piano per risolvere le irregolarità riscontrate sui motori 2.0 e 3.0 TDI.
Secondo quanto anticipato dal ceo di Volkswagen AG Matthias Muller ai giornalisti alla vigilia del NAIAS 2016, nel suo primo viaggio negli States da quando è scoppiato lo scandalo, Volkswagen proporrà alla Environmental Protection Agency la sostituzione del vecchio catalizzatore con uno di nuova concezione in grado di raggiungere i livelli di emissioni imposti dalla normativa americana. Questo dovrebbe essere installato su circa 430.000 vetture.
La sostituzione del catalizzatore sarebbe però solo una parte della soluzione. Buona parte del resto delle 580.000 auto coinvolte, circa 115.000 secondo un report della Sueddeutsche Zeitung, dovrebbe essere ricomprato dal costruttore dai rispettivi proprietari, ai quali in alternativa potrebbe essere offerto un nuovo modello con uno sconto «significativo», una misura che si aggiunge al “Goodwill package” già varato e destinato ai clienti delle vetture interessate, che comprende un risarcimento da 1.000 dollari. Le misure, su cui Muller non ha fornito ulteriori dettagli, verranno discusse con l'EPA nelle prossime ore.