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Continuano, per Volkswagen, le conseguenze legate al Dieselgate del 2015, quando si scoprì che alcune vetture con omologazione Euro 5 erano state messe in commercio con un software sviluppato appositamente per sfuggire ai controlli sulle emissioni. In Australia, dove i veicoli interessati sono circa 57 mila, l’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) ha comminato al colosso tedesco una sanzione di 125 milioni di dollari australiani, circa 80 milioni di euro al cambio attuale. La multa, prescritta nel 2019, fu seguita dalla richiesta da parte di Volkswagen di pagare soltanto 75 milioni di dollari australiani. Una proposta che però è stata bocciata dalla Corte Federale australiana, la quale ha confermato i 125 milioni di dollari di multa. Ad oggi la cifra risulta la più alta mai registrata sulla base della legge a tutela dei consumatori.
Per quanto riguarda l'Italia invece, nel 2017 è stata lanciata una class action promossa da Altroconsumo, una causa che coinvolge circa ottantamila persone su cui dovrebbe pronunciarsi il Tribunale di Venezia entro la prima metà del 2021. Secondo alcune stime, il risarcimento da parte del Gruppo Volkswagen nei paesi europeio dovrebbe avvicinarsi a cifre comprese tra il 10 ed il 15 percento del prezzo d'acquisto.