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«Non c'è nessun software illegale, e, per quanto conosco questa società, posso dire che nessuno è così stupido da cercare di montare un dispositivo di questo tipo. Non siamo dei criminali». Sergio Marchionne, amministratore delegato di FCA, risponde così alle accuse mosse dall'EPA al gruppo, reo, secondo l'agenzia statunitense, di aver modificato i motori diesel di alcune vetture vendute negli Stati Uniti per sfuggire ai limiti delle emissioni di NOx.
Stando a quanto dichiarato dall'EPA, FCA avrebbe impiegato un software in grado di alterare i limiti delle emissioni su circa 104.000 vetture commercializzate negli Stati Uniti. Le accuse interessano i motori diesel da 3 litri model year dal 2014 al 2016 di Jeep Grand Cherokee e Dodge Ram 1500.
FCA rischia una sanzione «pari fino a 44.539 dollari per veicolo venduto», ha spiegato la rappresentante dell'Environmental Protection Agency, Cynthia Giles. Marchionne, però, minimizza: «Sopravviveremo anche se saremo multati fino a 4,6 miliardi di dollari», ha dichiarato. «La coscienza della nostra società è pulita - precisa -. Non abbiamo rinvenuto alcuna indicazione di tentativi di frode da parte dei nostri».
In attesa dello sviluppo delle indagini, il titolo di FCA è precipitato in borsa, perdendo il 18% a Milano, dopo esere entrato più volte in asta di volatilità. L'andamento delle azioni di FCA ha causato anche una forte flessione delle quotazioni di Exor, società d'investimento controllata dalla famiglia Agnelli.