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Ognuno guardi ai fatti di casa propria. E' questa in sostanza la posizione dell'Italia nei confronti della Germania sul controverso caso delle emissioni di alcuni modelli Fiat-Chrysler. «Abbiamo avuto polemiche in questi giorni una in particolare sulle emissioni di alcuni modelli di Fca. Io ho semplicemente ribadito alla Merkel in amicizia che queste sono questioni regolate dalle leggi che attribuiscono alle autorità nazionali», ha spiegato nella conferenza stampa a Berlino con Angela Merkel il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in occasione dell'incontro bilaterale di ieri.
«Decidiamo per quello che ci riguarda e siamo certi che i tedeschi facciano lo stesso», ha sottolineato il premier ribadendo, pur smorzando i toni rispetto alle bordate scambiate nei giorni scorsi tra i ministri dei trasporti Graziano Delrio e Alexander Dobrindt, che la responsabilità sulla regolarità delle omologazioni ricade sul Paese in cui vengono rilasciate, ovvero sull'Italia nel caso delle Fiat 500X, Doblò e Jeep Renegade che la Germania aveva chiesto alla UE di richiamare.
Invito ad abbassare i toni dello scontro anche dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. «Dobbiamo evitare - spiega a Berlino - di fare una guerra fra noi perché la partita è fra noi e altri, e non fra Paesi d'Europa, né tra industrie d'Europa. Questo è il metodo che dovremmo fare nostro nell'interesse d'Europa».
La vicenda emissioni preoccupa anche il segretario della Fiom Maurizio Landini: «Mi auguro che le accuse a Fca non siano vere, perché se vediamo quanto la Volkswagen ha dovuto pagare saremmo di fronte a un rischio concreto di multe molto consistenti negli Stati Uniti, che naturalmente andrebbero a incidere sugli investimenti».