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È scontro tra Berlino e Roma per le accuse sulle emissioni rivolte ad FCA. «Le autorità italiane sapevano da mesi che FCA, nell'opinione dei nostri esperti, usava dispositivi di spegnimento illegali», ha tuonato in un'intervista concessa alla Bild am Sonntag il Ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt. Dobrindt, però, si è spinto oltre: stando al Ministro tedesco, FCA si è «rifiutata di chiarire» e la Commissione Europea «deve conseguentemente garantire il richiamo» di alcuni modelli.
La risposta da parte delle autorità italiane non si è fatta attendere: «Si occupi di Volkswagen», ha replicato il Ministro per lo Sviluppo, Roberto Calenda. «Berlino, se si concentra su Volkswagen, non fa un soldo di danno», ha dichiarato Calenda a margine della registrazione di Faccia a faccia, condotto da Giovanni Minoli su La7, in merito alla richiesta tedesca di un'intervento della Commissione Europea su FCA.
Dello stesso avviso è anche il Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio: a suo parere, la richiesta di Berlino all'UE è «totalmente irricevibile». «Abbiamo accettato di costituire a Bruxelles una commissione di mediazione perchè non abbiamo niente da nascondere - aggiunge Delrio -. I nostri test dimostrano che non esistono dispositivi illegali e comportamenti anomali».
Secondo Delrio, poi, «questa interpretazione della Germania va contro le regole che ci siamo dati di responsabilità di ogni nazione verso le proprie case produttrici. Noi non abbiamo chiesto nessuna ulteriore indagine su Volkswagen, ci siamo fidati di loro. È giusto che il confronto avvenga sulla fiducia e il rispetto reciproci».
A seguito dello scoppio dello scandalo del Dieselgate, ricordiamo, KBA, l'ente dei trasporti tedesco, aveva cominciato a condurre una serie di test approfonditi sulle vetture degli altri costruttori, tra cui FCA. Stando a quanto dichiarato da KBA lo scorso anno, il motore diesel 2.0 installato su Fiat 500X, Fiat Doblo e Jeep Renegade presenterebbe un software nascosto che permetterebbe di sfuggire ai limiti delle emissioni.
Il Ministero dei Trasporti italiano aveva respinto con forza le accuse della KBA, puntualizzando che i test condotti direttamente nel nostro paese non avevano evidenziato alcuna anomalia. La Germania, a quel punto, aveva richiesto l'intervento della Commissione Europea per mediare la disputa. Lo scontro, però, non accenna a placarsi, specie a seguito delle accuse rivolte ad FCA da parte dell'EPA riguardo a 104.000 vetture diesel 2.0 prodotte negli Stati Uniti.