Depalma su Fiat: «La Chiesa si preoccupa del fatto che le famiglie non perdano il salario»

Depalma su Fiat: «La Chiesa si preoccupa del fatto che le famiglie non perdano il salario»
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Il Vescovo di Nola, Beniamino Depalma si è espresso in merito alla alla vicenda dei manifestanti dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco, accettando l'invito a visitare lo stesso
8 luglio 2013

E' recentemente passato agli onori della cronaca il Vescovo di Nola, Monsignor Beniamino Depalma, per essere intervenuto in merito alla vicenda dei manifestanti dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco.

In merito a questa vicenda, il Vescovo, accusato di essere dalla parte dei violenti, ha risposto  al direttore dello stabilimento Fiat, Giuseppe Figliuolo, dichiarando che «la natura pubblica che la vicenda ha assunto, e soprattutto la gravità dell'accusa a me rivolta, pretende una risposta altrettanto pubblica. No, dottor Figliuolo  io non sto dalla parte dei violenti, né volontariamente né, come dice lei, 'involontariamente'. Le dirò di più: la Chiesa non conosce la parola 'contro', né tanto meno, nelle vicende sociali, assume posizioni pregiudiziali a favore dell'una o dell'altra parte».

«Proprio la vicenda Fiat - continua il Vescovo di Nola - è emblematica dello stile che ho cercato di assumere: provare sempre, in ogni circostanza, anche la più burrascosa, a mettere le persone intorno allo stesso tavolo. Lavoratori, azienda, politici... Siamo tutti sulla stessa barca è questa la mia ferma consapevolezza».

Monsignor Depalma, ha poi accettato l'invito a visitare lo stabilimento Fiat di Pomigliano, che gli era stato rivolto dal responsabile della fabbrica, Giuseppe Figliuolo. L'invito gli era stato proposto tramite una lettera nella quale lo stesso dirigente del Lingotto aveva declinato la richiesta a partecipare a un incontro promosso da Mons. Depalma per analizzare, con i sindaci della zona, le situazioni relative allo stabilimento.

Il mio esserci, a Pomigliano, a Tufino, a Boscoreale, ovunque ci siano persone con delle domande da porre, non è mai un atto politico, ma è sempre un atto di solidarietà umana e cristiana


Il prelato spiega di aver accolto l'invito a visitare lo stabilimento «per avere l'opportunità di un confronto franco e diretto. Solo le relazioni personali, faccia a faccia possono chiarire le diverse posizioni e consentire di superare pregiudizi ed equivoci», ha aggiunto Mons. Depalma, spiegando che non è sua intenzione «aprire polemiche a distanza» sui singoli aspetti sollevati da Figliuolo nella lettera inviatagli e resa pubblica. «Ci tengo dunque a dire subito - ha scritto il Vescovo - che accetto l'invito del dottor Figliuolo a visitare lo stabilimento da lui diretto».

«Il mio 'esserci', a Pomigliano, a Tufino, a Boscoreale, ovunque ci siano persone con delle domande da porre, non è mai un atto politico, ma è sempre un atto di solidarietà umana e cristiana di cui sento, oggi come nel mio primo giorno di sacerdozio, un profondo bisogno interiore».

Il dirigente aveva accusato il vescovo di aver partecipato al presidio davanti alla fabbrica dello scorso 15 giugno, organizzato da Slai Cobas e Fiom in occasione del primo dei due sabati di recupero.

«Un vescovo, un pastore - scrive Depalma in una lettera al Mattino - non è un dirigente di un'azienda: quando vede e sente uomini gridare, ha l'obbligo morale di andare a vedere e sentire con i suoi occhi e con le sue orecchie. Non può girare la faccia, non può fare calcoli prudenziali, non può pensare al proprio tornaconto. Deve andare, perché nessun uomo e nessuna donna possa dire 'sono rimasto solo'».

La Chiesa ha una sola preoccupazione: che le famiglie non perdano il salario. E proprio perché conosco la complessità dei problemi, ho spesso incoraggiato le organizzazioni dei lavoratori a dare credito e fiducia ai piani dell'azienda


«E' questo - si chiede Mons. Depalma - un gesto di complicità con i violenti e la violenza? O è complice chi non c'è, chi si assenta, chi si nasconde dietro le proprie intoccabili e solide rendite di posizione?».

«Credo che oggi, in questo tempo così difficile - aggiunge il Vescovo di Nola - i complici dei violenti siano tutti coloro che stanno rinchiusi nei loro fortini sperando che la burrasca passi senza bagnarli. Chi non si mette in gioco in prima persona per evitare che il disagio assuma derive davvero pericolose e tragiche. Opera davvero violenza chi nega la speranza negando prospettive di futuro alle persone e alle famiglie».

«La Chiesa - afferma Mons. Depalma - non è 'contro', la Chiesa è con le persone e per il lavoro. La Chiesa ha una sola preoccupazione: che le famiglie non perdano il salario. E proprio perché conosco la complessità dei problemi, ho spesso incoraggiato le organizzazioni dei lavoratori a dare credito e fiducia ai piani dell'azienda. Ribadisco siamo sulla stessa barca, io, lei e questa splendida terra».

Fonte: Ansa

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