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“Ma è la macchina di Ritorno al Futuro!” : è questa la reazione più comune delle persone di fronte ad una DeLorean DMC12.
Il destino, nelle persone del regista Robert Zemeckis e del produttore Steven Spielberg, ha offerto in extremis, se non il successo, almeno la notorietà a questa affascinante due posti. Del resto, sarebbe stato veramente crudele se la vettura progettata da John DeLorean fosse del tutto scomparsa dalla memoria collettiva, perché dietro ad essa c’è una storia incredibile, su cui, siamo sicuri, prima o poi Hollywood metterà gli occhi come è stato per quella di Tucker.
Chi era De Lorean?
John DeLorean, scomparso nel 2005 a 80 anni, era il più classico degli self-made man: ingegnere, figlio di immigrati, grazie alla sua genialità ed alla sua determinazione era assurto, a soli 40 anni, a Vice Presidente della General Motors.
Ricchissimo, sposato con donne stupende (alla fine saranno quattro le mogli), coccolato dai giornalisti e dal jet set, era comunque bruciato dalla voglia di fare qualcosa di nuovo e diverso, complice un ego molto sviluppato.
Così decise di lasciare la GM, e produrre una sportiva con il suo nome, convinto di ripetere il successo immenso della Pontiac GTO, la prima muscle car americana, da lui pensata e costruita appena entrato in azienda, a dispetto delle gerarchie e delle procedure del colosso di Detroit .
DeLorean voleva una vettura che non arrugginisse, da qui l’idea di farla in acciaio inossidabile, che richiamasse la Mercedes 300SL, con le porte al ala di gabbiano, bella, sicura e che non costasse troppo.
Dove veniva costruita la DMC12
Lo stabilimento per costruirla fu realizzato a Dumburry, in Nord Irlanda, dove imperversava la guerra civile, grazie ad i contributi del Governo inglese che cercava di pacificare il paese creando manodopera (alla DMC, DeLorean Motor Company arrivarono a lavorare 3000 persone); una volta prodotte, le vetture venivano trasportate negli Stati Uniti.
Il design della vettura venne commissionato a Giugiaro, la parte telaistica, dopo varie indecisioni, alla Lotus di Colin Chapman, che spinta dall’urgenza realizzò una quasi fotocopia della Esprit.
Per il propulsore, dopo molte affascinanti ipotesi, si ripiegò sul 6 cilindri 3000cc PRV, nato dalla collaborazione Renault-Peugeot-Volvo; strozzato dalle norme anti inquinamento, erogava circa 140 CV, pochi per una sportiva, anche se il periodo era caratterizzato negli USA dal severissimo limite di 55 miglia, con oltretutto il divieto imposto ai costruttori di un fondo scala superiore alle 85 miglia.
Presentata nel 1981
La DMC venne presentata il primo gennaio 1981, con una visibilità enorme: in fondo era dal 1920 che non nasceva una nuova casa automobilistica americana, e poi DeLorean era un personaggio popolarissimo ed amato; tanto per fare un esempio, Good Year e Cutty Sark tra gli altri fecero pagine pubblicitarie utilizzando DeLorean e la DMC 12 come testimonial.
La macchina non vendette male, ma dopo un anno sulla DMC piovvero una serie di disastri: la recessione USA, lo sciopero dei portuali inglesi, il rivalutarsi della sterlina sul dollaro, il governo conservatore della Thatcher che vedeva la DMC come fumo negli occhi.
DeLorean venne anche arrestato
DeLorean si diede disperatamente da fare per trovare finanziamenti, tanto da finire clamorosamente arrestato (comparendo sulla prima pagina di ogni possibile rivista americana) per traffico di droga. Nel clamoroso processo fu assolto, perché venne dimostrato fuori di ogni dubbio che era stato vittima di alcuni ambigui collaboratori dell’FBI in cerca di notorietà che avevano voluto incastrarlo sfruttando le sue difficoltà economiche. Venne assolto anche nel successivo processo per bancarotta, perché ovviamente la DMC era nel frattempo fallita.
Delle 9.000 DMC12 costruite, si reputa ne esistano ancora circa 6000, ovviamente quasi tutte in America, ma con esemplari distribuiti anche in vari paesi europei. In Italia ce ne sono circa 30, per lo più racchiuse nel DeLorean Club Italia.
Proprio il Presidente del DeLorean Club Italiano, Giacomo Scarcello, ci racconta più in dettaglio la storia della sua DMC 12 e alcuni aspetti caratteristici della vettura:
Giacomo, come è nato il tuo amore per questa vettura?
“Rimasi colpito da Ritorno al Futuro ed i miei occhi di bambino non ci misero molto a far diventare la DMC 12 il mio più grande sogno, vuoi per il design avveniristico della macchina, con quelle porte che si aprivano verso l’alto, vuoi per il fascino suscitato dalle potenzialità fantastiche del veicolo…”
Nel febbraio del 2008 ho iniziato a guidarla, ma sorgeva un problema dopo l'altro; la meccanica era assolutamente inaffidabile e la potenza disponibile era scarsissima
“Nel febbraio del 2008 ho iniziato a guidarla, ma sorgeva un problema dopo l'altro; la meccanica era assolutamente inaffidabile e la potenza disponibile era scarsissima. Nonostante ciò, sull’onda dell’entusiasmo, a marzo ho affrontato il primo lungo viaggio in Europa, assieme al mio amico ed attuale vicepresidente del club italiano DeLorean Andrea Galvani. La meta di questa avventura era la Bretagna, in Francia, dove ci attendeva un bellissimo raduno organizzato da David, un membro del “Stainless Wings”, il club DeLorean francese. In questo viaggio, nonostante i problemi di potenza del motore e il forte maltempo, la macchina si è comportata molto bene, e ci ha fatto partecipare a uno dei più belli eventi a cui sia mai stato.”
Il restauro poi è proseguito….
“Per tutto il 2008 ho cercato di risolvere i problemi del mio motore, sostituendo una dopo l'altra tutte le componenti della jetronic, poi registrando anticipi, valvole etc, con notevoli spese senza il minimo risultato. Tuttavia a settembre 2008 sono stato all'inaugurazione della nuova sede della DMC Europa di Ed Uding, e anche in quella occasione non c'è stato nessun problema di affidabilità a parte l'enorme voragine di coppia che andava sempre accentuandosi. Nel corso dell'evento ho fatto vedere il mio motore a Ed, che sosteneva avesse moltissimi km e fosse sfinito, cosa poi confermata dal banco dyno che ha verificato 80cv alle ruote e un picco di 103nm di coppia a 4000rpm.
Altro che 19.000 miglia come me l’avevano venduto!
Così ho deciso di iniziare una profonda revisione di tutta la meccanica, dalla A alla Z, recuperando i ricambi necessari. Inoltre ho provveduto a comperare anche nuovi sostegni motore e un assetto sportivo europeo da sostituire a quello “americano”.
Nello stesso arco di tempo sono state fatte anche altre cose volte a migliorare l’auto, come il montaggio di ammortizzatori nuovi regolabili, nuova frizione, rettifica piano del volano, revisione cambio, ed è stato sostituito il radiatore originale con uno maggiorato d'alluminio per aiutare il motore a raffreddarsi meglio nelle calde giornate estive riminesi.
Infine, ho rivisto l’impianto frenante, sostituendo i dischi pieni con pinze a due pistoni con autoventilanti a quattro.
A marzo 2009 tutto era sistemato a dovere:la mia auto aveva subito una profonda trasformazione, il motore aveva potenza, l'assetto non era più molle e il cambio revisionato unito alla nuova frizione l'avevano finalmente resa una favolosa gran turismo dal temperamento sportivo, che da allora uso quotidianamente senza alcun problema, ma anzi circondato dalla curiosità della gente, cui la DMC 12 piace tantissimo.
Smontandola completamente, che idea ti sei fatto della qualità di questa vettura?
“La macchina non è perfetta, è ingegnerizzata in maniera molto semplice, fondamentalmente per ottimizzare i costi e rapportarsi con una mano d’opera che non aveva esperienza in campo automobilistico. Infatti i dipendenti della DeLorean Motor Company non erano navigati operai metalmeccanici, ma braccianti e disoccupati che improvvisamente vennero assunti.
I primi modelli prodotti, tra i quali rientra anche la mia auto, risentono di un non preciso assemblaggio: le porte non chiudono perfettamente a pari con la carrozzeria, molti pannelli sono disallineati tra loro e i paraurti sono spessorati diversamente da un lato all’altro dalla carrozzeria. Tuttavia le ultime auto prodotte erano costruite con molta più cura. Comunque avendo dovuto smontare completamente l’auto per il restauro posso dire che nel complesso è ben progettata, con le attenzioni che si danno a un auto che deve durare nel tempo”.
Pregi e difetti di guida?
Su strada la DMC 12 si guida bene, e ha un’ottima tenuta. Se si esagera e si porta al limite va in sottosterzo, il contrario di quello che si potrebbe pensare di un’auto con il motore a sbalzo. Invece soffre la leggerezza dell’avantreno, però è importante sottolineare che oggi non si riescono più a reperire gomme di buona qualità per le dimensioni dei suoi cerchi, quindi credo che originariamente fosse neutra. La frenata della DeLorean invece non è brillante come la sua aderenza, tanto che io ho sostituito l’impianto: anche in questo caso va fatto notare che nel 1981 venivano adottate pastiglie freno in amianto, che avevano una soglia di resistenza alla temperatura molto superiori a quelle attuali, e quindi penso che all’epoca della sua commercializzazione la DeLorean avesse un impianto adeguato.
Che consigli si possono dare a chi vuole acquistarla
“Per prima cosa ricordare che questa macchina ha 30 anni e spesso non è immediatamente pronta per un uso quotidiano, e la possibilità che ci siano problemi con qualche componente è sempre dietro l’angolo. Detto ciò, la via migliore per chi vuole spendere una cifra elevata, ma avere un’auto in buono stato pronta subito da guidare, è rivolgersi alla DeLorean Europa (www.DeLorean.eu), che offre servizio di restauro e vendita di auto con tanto di garanzia. Altrimenti se si preferisce, come nel mio caso, prendere un’ auto malridotta e restaurarla con passione e calma, il mercato americano offre moltissime occasioni: è una strada lunga e dolorosa, che però può dare un risultato finale ottimo dal punto di vista tecnico e della soddisfazione personale. Tuttavia prima di compiere il grande passo, rivolgetevi per una consiglio al Club Italiano DeLorean (www.dmc12.it), che viste le esperienze di tanti soci, di tante storie e di tante auto importate e restaurate può sicuramente suggerire come muoversi meglio per avere una buona vettura per la cifra che si spende, in modo che il sogno non diventi un terribile incubo.