Degrado batterie, Tesla: "In 320.000 km si perde solo il 12%"

Degrado batterie, Tesla: "In 320.000 km si perde solo il 12%"
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Secondo le dichiarazioni della Casa di Palo Alto, quindi, la batteria sarebbe perfettamente in grado di durare almeno quanto l'intero ciclo di vita della macchina. E anche molto oltre
3 maggio 2023

Per moltissimi utenti, l'auto usata con i "chilometri giusti" è di fatto un ottimo affare: auto di fascia medio-alta vendute a prezzi ridotti, forti però di una qualità produttiva che ormai garatisce solidità anche nel lungo periodo. Una cosa che però tendiamo ad aver paura di fare con le auto elettriche, e questo per via del famoso "degrado della batteria" - ovvero, la sua naturale tendenza a perdere la capacità di accumulare energia elettrica al suo interno, e dunque di garantire l'autonomia come da nuova. Questo avviene in modo naturale in qualunque batteria ai polimeri di litio, comprese quelle dei cellulari - motivo per cui la loro durata giornaliera in ore tende a ridursi col passare del tempo.

Come spesso accade, la preoccupazione sfocia in luoghi comuni e le elettriche usate - magari anche per meno di 100.000 km - non riscuotono un facile successo nel mercato. Ora però, anche qui come spesso accade ormai, le cose potrebbero cambiare con l'intervento di Tesla in merito: secondo il produttore di Palo Alto, la batteria delle proprie automobili perde solo il 12% di ritenzione (cioè la capacità di immagazzinare e mantenere la carica) in 200.000 miglia di utilizzo, pari a oltre 320.000 km. Sicuramente ben oltre il tipico ciclo di vita di un'auto, a prescindere dalla sua alimentazione.

Ritenzione e degrado della batteria

Un piccolo accenno alle basi delle batterie ai polimeri di litio: il funzionamento consiste nel far "scorrere" gli ioni dall'anodo in litio (-) verso il catodo in materiale carbonioso (+), scaricandoli del loro potenziale elettrico e rilasciando quell'energia. Durante la carica, gli ioni di litio vengono nuovamente eccitati per riavere una dose di energia cumulata e rilasciabile.

Il passaggio degli elettroni avviene a comando, ma di fatto si potrebbe semplificare dicendo che avviene perché anodo e catodo sono a grandi differenze potenziali di carica: una batteria lasciata carica e ferma per molto tempo tenderà comunque a scaricarsi, proprio perché lentamente andrà a cercare l'equilibrio (situazione in cui la batteria è totalmente scarica). La capacità di resistere a questo avvenimento, e dunque di mantenere la carica nel tempo senza che venga usata, è detta "Ritenzione".

Con il passare del tempo e dei continui cicli di carica-scarica-ricarica, comunque, alcune celle non saranno più in grado di ri-eccitarsi per garantire il differenziale elettrico della batteria. Più celle perderanno questa capacità e meno sarà la differenza di potenziale fra anodo e catodo, e dunque meno sarà la capacità della batteria di accumulare energia dentro di sé. Questo fattore, osservabile su qualunque batteria di questo tipo dalle auto ai telefoni cellulari, viene definito "Degrado della batteria".

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I risultati di Tesla

E qui entra in gioco Tesla: forse anche mal abituati da dispositivi elettrici come gli smartphone (che quasi sembrerebbero soffrire di obsolescenza programmata e di un degrado della batteria fin troppo rapido), siamo portati a pensare che questa perdita di capacità dell'accumulatore e dell'autonomia sia ben oltre la realtà. Secondo i test del produttore californiano, visibili nel grafico qui sopra per Model S e Model X, si può notare come l'effettiva perdita dovuta al degrado dopo 200.000 miglia percorse - pari a oltre 320.000 km - sia solo del 12%.

In altre parole, secondo questi dati, una Tesla con ben oltre 300.000 km all'attivo e una ricarica completa al 100% godrebbe della stessa autonomia di un modello identico, nuovo di zecca, con l'88% di carica disponibile.

Il grafico fra l'altro mostra l'andamento della sua ritenzione, tenendo conto del cosiddetto scarto quadratico medio (anche noto come "deviazione standard"): significa che tiene già in considerazione il possibile scarto - positivo o negativo che sia - rispetto a questo valore per via di test su moltissime vetture diverse, dove magari a parità di chilometri alcune hanno perso il 15% e altre il 10%, per capirci. Il fatto che l'area sfumata intorno alla linea verde della ritenzione sia così "stretta" indica proprio che comunque non si sono ottenuti valori granché distanti dal 12% effettivo, e questo si traduce in un elevata attendibilità di questo valore.

Quindi, potremmo dire - almeno per quanto riguarda Tesla, benché la tecnologia sia solitamente simile per quasi tutte le auto elettriche - che la batteria installata sulla vettura è più che adatta per coprire l'intero ciclo di vita della macchina, tenendo conto anche di secondi, terzi o successivi proprietari che la acquisteranno usata. E questo proprio perché, nella stragrande maggioranza dei casi, le auto vengono rottamate dopo aver percorso circa 250.000 km in Europa e circa 320.000 km negli Stati Uniti.

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