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Il cosiddetto "decreto sviluppo bis", ovvero la serie di norme che dovrebbero contribuire a far ripartire una crescita economica del nostro Paese, propone altresì una pesante riforma della normativa che regola il mondo delle assicurazioni RCA. Obiettivi: combattere le truffe, abbassare le tariffe. Come dire il Santo Graal.
Il primo obiettivo viene perseguito attraverso l'istituzione dell'IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle ASSicurazioni), deputato a monitorare costantemente le pratiche di risarcimento per poter suonare adeguati campanelli d'allarme che dovessero scattare in caso di richieste sospette. Come è possibile? Istituendo anche qui da noi database dove vengano raccolti i dati di tutte le pratiche, effettuando controlli incrociati che identifichino soggetti "a rischio", con accesso alle informazioni sugli attestati di rischio, sui sinistri e sulle anagrafi testimoni e anagrafi danneggiati. L'Ivass avrà anche accesso all'archivio nazionale dei veicoli, all'anagrafe nazionale degli abilitati alla guida, al PRA, ai dati Consap per la gestione del fondo di garanzia per le vittime della strada, e a quelli sui sinistri gestiti dall'Ufficio Centrale italiano.
E per il cliente finale?
Quanto sopra, arginando il fenomeno truffe, dovrebbe dare origine ad un calo dei premi. Ma non è l'unica manovra a favore degli assicurati: nelle intenzioni del governo lo stop al tacito rinnovo (con limitazione ad un anno della durata delle polizze, da rinnovare esplicitamente) con possibilità di cambio della compagnia, l'istituzione del contratto base RCA - ovvero i requisiti minimi per adempiere all'obbligo di legge - nonché la possibilità per gli intermediari assicurativi di proporre prodotti assicurativi che, indipendentemente dal proprio mandato dovrebbero semplificare la vita per il cliente.
“Il principio di "libera collaborazione fra tutti gli intermediari" invocato dal decreto, stando alla pronta risposta dell'ANIA potrebbe peggiorare significativamente la situazione trasformandola in una sorta di giungla senza regole”
In realtà le cose potrebbero non stare proprio così. Il principio di "libera collaborazione fra tutti gli intermediari" invocato dal decreto, stando alla pronta risposta dell'ANIA (comunicato stampa emesso nella stessa giornata del 5 ottobre) potrebbe peggiorare significativamente la situazione trasformandola in una "giungla senza regole", parole testuali del comunicato.
In sostanza, stando ad ANIA, si verrebbe a creare una situazione in cui, paradossalmente, aumenterebbe il numero di intermediari e dunque i costi di distribuzione dei prodotti assicurativi, a tutto svantaggio dei prezzi e della qualità del servizio al cliente. Quale che sia, appare evidente come anche stavolta la soluzione delle problematiche legate all'RCA, definita opportunamente "unica criticità assicurativa nazionale", non è arrivata. Siamo di fronte, nella migliore delle ipotesi, ad un altra puntata dell'infinita Telenovela italiana delle assicurazioni.