Decreto Rilancio: forse stop anche alla “ecotassa”

Decreto Rilancio: forse stop anche alla “ecotassa”
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Numerose le proposte “bipartisan” per abolirla o almeno congelarla per tutto il 2020. Uno stimolo al mercato che si accompagnerebbe al nuovo bonus da 4.000 euro per tutte le motorizzazioni
9 giugno 2020

Tra le migliaia di emendamenti che in Parlamento attendono il “Decreto Rilancio” c’è anche l’abolizione di quella che è stata battezzata “ecotassa”, ovvero quella penalizzazione per le auto che emettono CO2 oltre la soglia dei 160 g/km attualmente in vigore e introdotta con il precedente piano di incentivi.

Secondo quanto riassume Il Sole 24 Ore, sarebbe una proposta trasversale: nelle sue diverse forme, è stata proposta da Movimento 5 Stelle, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, ma anche da Italia Viva. L’idea condivisa sarebbe quella di congelare il “malus” per le auto maggiormente inquinanti almeno per il 2020.

Una misura di stimolo del mercato che aiuterebbe Case e concessionarie a smaltire gli stock invenduti per la chiusura forzata dovuta al lockdown: il mercato italiano è infatti crollato facendo registrare un -85,4% a marzo e ben -97,5% ad aprile, pari secondo Federauto, l’associazione dei concessionari, a ben 900.000 veicoli invenduti considerando questo soli due mesi, per un valore di circa 18 miliardi.

Contestualmente la rimozione del malus si accompagnerebbe ad un nuovo round di incentivi per l’acquisto, che stavolta non sarebbe limitato alle vetture a propulsione anternativa ritenute meno inquinanti, ma anche alle più moderne motorizzazioni Diesel e benzina Euro 6.

La cifra che circola con maggiore insistenza è quella di 4.000 euro, da erogare a fronte di una contestuale rottamazione di vetture con più di dieci anni dalla prima immatricolazione.

Non sono escluse novità nelle prossime ore: pare che gli emendamenti presentati per il decreto Rilancio siano circa 8.000, ma c’è la volontà di scremare il numero fino a 1.200 per facilitare e velocizzare i voti in sede di commissione bilancio calendarizzati a partire dal 15 giugno e successivamente la votazione in aula che avverrebbe a partire dal 22 giugno.

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